Mandato di arresto europeo per tre cittadine polacche per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio
Le tre donne sono risultate parte di un sodalizio criminale composto da una trentina di soggetti.
La Guardia di Finanza di Brescia ha dato esecuzione di mandato di arresto europeo nei confronti di tre cittadine polacche in relazione al reato di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio.
"Atto Finale"
Le tre cittadine polacche sono risultate coinvolte nella complessa indagine definita "Atto Finale" diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia e condotta dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile della Questura di Brescia, dalla prima Divisione del Servizio Centrale Operativo della dac della Polizia di Stato e il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Brescia. A seguito di tale indagine, nell'ottobre 2021, sono state disposte 14 misure custodiali nei confronti di altrettanti indagati nonché il fermo di indiziato di delitto nei confronti di tre persone e del sequestro di denaro contante pari a 1.200.000 euro. Le tre donne sono risultate parte di un sodalizio criminale composto da una trentina di soggetti (uno dei quali in diretto contatto con soggetti di spicco della 'ndrangheta calabrese, con dimora sulla sponda bresciana del lago di Garda già oggetto di misura restrittiva lo scorso mese di luglio). Questi ultimi ideatori di un complesso sistema fraudolento di natura tributaria fondato sull'emissione e la conseguente utilizzazione di un elevato numero di fatture per operazioni economiche inesistenti in danno delle casse erariali (per un flusso quantificato in circa 50 milioni di euro) nonché di riciclaggio dei relativi proventi.
Le "cartiere"
Il ruolo delle tre donne, in particolare, sarebbe legato al funzionamento delle cosiddette "cartiere" tutte localizzate a Varsavia, le quali, ricevuti i bonifici dalle "società filtro" italiane, avrebbero emesso in loro favore fatture per operazioni inesistenti con relativi bonifici sui conti correnti esteri. Da questi le donne avrebbero effettuato il prelievo di denaro contante presso banche polacche per poi inviarlo in Italia alle società clienti tramite gli appositi "spalloni", tratti in arresto nello scorso mese di luglio in esecuzione di analoga misura custodiale.
Il sequestro
Grazie alla proficua collaborazione con il Servizio per la cooperazione Internazionale di Polizia nell'ambito del Progetto I-CAN, ha consentito di seguire il rientro in Italia di due spalloni ed il sequestro a Vipiteno (Bolzano) della somma contante pari a 487.690,00 euro suddivisa in banconote di vario taglio occultata all'interno di un furgone, con il deferimento in stato di libertà dei due occupanti il mezzo.