caso bozzoli

Maiale bruciato nella fonderia, Lndc contro l'esperimento scrive alla Corte d'Assise

Rosati: "Auspico fortemente che la nostra istanza venga accolta e che la Corte torni sui suoi passi, trovando altri metodi per verificare le ipotesi dell’accusa”.

Maiale bruciato nella fonderia, Lndc contro l'esperimento scrive alla Corte d'Assise
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Nel 2015 un uomo è scomparso e le indagini hanno portato a incriminare suo nipote, che l’avrebbe ucciso e ne avrebbe distrutto il cadavere nella fornace della fonderia di famiglia. Il corpo dell’uomo infatti non è mai stato ritrovato e questo ha fatto supporre che fosse stato distrutto nel modo descritto. Oggi, per confermare o confutare questa teoria, la Corte d’Assise di Brescia – presieduta da Roberto Spanò – ha deciso di effettuare un esperimento shock: un maiale dello stesso peso dell’uomo scomparso, circa 85kg, verrà ucciso, vestito con abiti simili a quelli indossati dalla vittima e gettato nella fornace. Questo, secondo la Corte, dovrebbe far capire se davvero è possibile che non sia rimasto nulla del cadavere e per questo non siano stati trovati resti di alcun tipo.

La presa di posizione

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“A brevissimo presenteremo un’istanza alla Corte affinché revochi la propria decisione di ricorrere a questo terribile esperimento”, fa sapere Michele Pezone – Legale e Responsabile Diritti Animali LNDC Animal Protection. “Poco importa che il giudice abbia disposto che si tratti di un animale malato e dal ‘destino segnato’, rimane comunque una scelta eticamente molto discutibile e inaccettabile. I grandi passi avanti fatti nel riconoscimento dei diritti animali negli ultimi decenni sono stati possibili proprio grazie alla giurisprudenza, grazie agli interventi di magistrati illuminati e consapevoli che gli animali sono esseri senzienti, come sancito anche dal Trattato di Lisbona. La decisione della Corte d’Assise di Brescia rischia di mandare un messaggio totalmente sbagliato e di rappresentare un clamoroso passo indietro proprio rispetto a questi diritti.”

 

“Questa notizia mi ha profondamente turbato e purtroppo è la dimostrazione che anche persone di cultura e di legge continuano a considerare gli animali come oggetti di cui disporre a proprio piacimento”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Capisco il bisogno di fare giustizia per il presunto omicidio di un uomo, ma davvero non riesco a capire perché debba essere fatto sulla pelle di un animale che non ha nulla a che fare con questa drammatica vicenda. È a dir poco paradossale che per accertare la verità sull’uccisione di un essere vivente si debba ricorrere all’uccisione di un altro essere vivente, solo perché quest’ultimo è considerato di serie B e ‘sacrificabile’. Dov’è il rispetto della vita? Dov’è l’empatia? Dov’è l’umanità? Rs

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