"Ma Montichiari non è la città della cocaina"
Il sindaco Marco Togni: "Ci concentriamo sul problema dell’educazione giovanile, ma quei risultati sono da prendere con le pinze"
«Sì, a Montichiari si “pippa”, ma se avessero fatto prelievi in altre cittadine di provincia con lo stesso numero di abitanti forse avremmo dati anche superiori».
Non ci sta, il sindaco Marco Togni, a lasciare che Montichiari venga dipinta e conosciuta in tutta Italia come la città della cocaina. Anche se l’evidenza dei fatti conferma che il consumo della polvere bianca in città, stando ai dati recentemente pubblicati di uno studio dell’Istituto Mario Negri di Milano, è davvero notevole.
Il sindaco: "Non è una novità..."
Lo studio ha analizzato le acque reflue di una trentina di città italiane, misurando la concentrazione di metaboliti delle principali sostanze stupefacenti in commercio. Su questa base è possibile stimare il consumo medio pro-capite di ciascuna sostanza. Ed è così che il "Negri" ha calcolato come a Montichiari il consumo di cocaina sia il doppio di quello che si calcola in città come Milano o Napoli. Dati che non hanno mancato, ovviamente, di far riflettere la città in questi giorni, facendo finire Montichiari sotto i riflettori della stampa nazionale. Persino troppo, secondo l'Amministrazione comunale. Che pur non negando il problema, tiene ora a non perdere di vista il contesto complessivo dello studio.
«Sto approfondendo la metodologia dell’indagine e rifletto sul perché sia stata scelta proprio Montichiari come campione, a noi come amministratori non è stata fatta nessuna comunicazione in merito. Stiamo parlando di una classifica relativa a un’indagine fatta in 33 Comuni su un totale nazionale di 7.901 quindi invito tutti a prendere con le pinze i risultati emersi. Rimane la certezza che la droga circola ampiamente in tutta Italia ed è una piaga, purtroppo non è una novità. E non è una novità che anche a Montichiari si faccia largo uso di cocaina, purtroppo».
"Ma gli anni Settanta sono lontani"
In una situazione tale, nonostante il largo consumo di stupefacenti, a Montichiari non si registrano problemi di ordine pubblico in un ambito di spaccio, è un dato di fatto ed è difficile individuare chi fa uso di cocaina.
«Sono lontani gli Anni Settanta - sottolinea la vice sindaco Angela Franzoni - quando gli eroinomani erano immediatamente identificabili. Chi fa uso di cocaina è un tossico dipendente completamente diverso, spesso insospettabile. Il fatto che ci si possa nascondere facilmente come consumatori purtroppo convince i più giovani a provare l’esperienza senza considerare le terribili conseguenze della dipendenza. Nei confronti dei più giovani è necessaria un’importante campagna di sensibilizzazione. Il progetto di Too Much nell’ambito di Legalità in Corto che come amministrazione abbiamo sostenuto anche quest’anno è stato particolarmente significativo in termini di prevenzione. Il primo nucleo dove deve essere affrontato il tema è però la famiglia. Io, mamma di tre figli, affronto spesso il tema con loro».
«La famiglia - aggiunge il sindaco Togni - certamente può incidere molto ma purtroppo talvolta non basta. Parlando del problema in casa si può fare prevenzione ma a volte i figli si ribellano o preferiscono fidarsi di più dei coetanei e questo mi fa dire che purtroppo il dramma della droga può insinuarsi in qualsiasi famiglia. Ovviamente ci concentriamo sul problema dell’educazione giovanile ma considerando i dati dell’Istituto Negri si scopre che dopo le canne in giovanissima età si può passare alla cocaina e mantenere l’abitudine anche fino a 70 anni. Siamo davanti a un problema di proporzioni enormi».
Leggi di più su MontichiariWeek in edicola