L'UOMO CHE CREA I PRESEPI

L'UOMO CHE CREA I PRESEPI
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È stato soltanto il caso, la curiosità per sensazioni nuove e inedite e la grande passione per la manualità che hanno trasformato un ragazzo comune in un vero e proprio artista delle Natività. Alessandro Pizzocolo, classe 1975, è un monteclarense come tanti altri, un uomo semplice, alla mano, bonario, simpatico e senza l’aria dell’artista arrivato, eppure sotto questa apparente semplicità nasconde abilità e genio creativo come pochi altri in città. Operaio metalmeccanico, padre di famiglia, adorato dai figli Arianna e Leonardo, marito e grande appassionato di Pinocchio, libro del quale colleziona molteplici e svariate edizioni, Alessandro è anche un uomo estremamente curioso e questo lo rende un artista suo malgrado, anche se inconsapevole. 

È lui, infatti, l’autore degli innumerevoli presepi che quest’anno abbelliscono i negozi del centro storico e che si possono anche ammirare all’interno della carovana di legno posta nei pressi della biblioteca comunale «Treccani degli Alfieri», una sorta di personale artistica costruita del tutto in sordina perché Alessandro è fondamentalmente un timido che non ama le luci della ribalta. 

La passione per la costruzione dei presepi è nata dopo il matrimonio con Sonia, sua fidanzata dall’adolescenza, allorquando si trasferì dalla Marcolini vecchie, in zona Romeo Menti, a Montichiaresa, una delle frazioni più estreme e isolate del territorio cittadino. Qui, in occasione del primo Natale in famiglia, costruì un presepio posizionato su di un tronco di ulivo con qualche personaggio semplice. Nulla di elaborato ma una bozza di opera che diede il via ad una passione che ormai appare irrefrenabile. «Abbiamo presepi ovunque» racconta Sonia Gilli, moglie di Alessandro, che dà voce all’arte del marito troppo timido e modesto per parlare di sé in prima persona, «e ormai quasi non sappiamo dove metterli. Alessandro è sempre stato bravissimo con la manualità, una dote veramente straordinaria sotto certi aspetti. Fu lui, tanto per dire, a costruire tutto l’impianto di irrigazione in giardino senza che nessuno gli desse una mano. Uno dei primi presepi lo ideò ricavandolo da un tronco che aveva rinvenuto sul fiume Chiese durante una delle sue escursioni naturalistiche. Ha un gran gusto nel costruire le scenografie. Ad ogni creazione dà mille sfaccettature diverse che si possono notare solo osservando il tutto con calma: personaggi legati a culture diverse e paesi lontani o lavori tradizionali e caratteristici, scene di vita che illustrano un mondo ricco di ricordi, tradizioni e valori, talvolta scenografie fantastiche e fiabesche dove la Sacra Famiglia emerge dal fondo marino o da una conchiglia. E il tutto viene costruito in miniatura, con una dovizia di particolari che incanta non solo chi ammira le sue opere ma anche noi di famiglia quando contempliamo il lavoro o le realizzazioni concluse. La stessa ricerca delle statuine è un’impresa: scandagliamo molti negozi della Provincia per trovarle e alcune sono di grande valore come, ad esempio, le peruviane che vengono dal mercato equo solidale. Le pietruzze alla base di colori diversi, spesso terrigni, talvolta luminescenti, hanno un vissuto tutto particolare: vengono raccolte sulle spiagge dei luoghi dove andiamo in vacanza, ad esempio quelle di Porto San Elpidio o Rimini, e una parte è stata portata da suoi colleghi di lavoro e arriva addirittura dall’Africa, dal Sahara.

Alessandro dei suoi presepi è gelosissimo: si è convinto per la prima volta durante questa “mostra” civica e a prestarli ai vari esercenti che in città ne hanno fatto richiesta ma vive con il fiato sospeso nell’attesa che i suoi “tesori” tornino presto a casa. Una particolare agitazione gli hanno messo le bancarelle del Natale: aveva preparato delle natività per Arianna, nostra figlia, da vendere in piazza l’otto dicembre ma si augurava in fondo che nessuno lo privasse delle sue creazioni. Il suo presepio preferito, quello dal quale proprio non si staccherebbe mai e che si trova al momento in esposizione presso la Libreria Mirtillo, è uno dei più semplici: la capanna è costruita con gli stecchi dei ghiaccioli, dunque nulla di particolarmente prezioso, ma l’aveva ideato per la sua bisnonna Maria Botturi, mancata nel settembre dell’anno scorso, ed è per lui un oggetto che racchiude tutto il ricordo di lei che amava moltissimo». Come sia nata questa passione nessuno in famiglia sa dirlo e pare inutile indagare con l’artista schivo per natura e poco propenso a vedersi scandagliare la propria interiorità. Sicuramente da un animo buono e gentile che ha trascorso durante l’adolescenza momenti non facili per motivazioni di salute. Pizzocolo, infatti, è stato colpito da osteomielite, un’infezione dell’apparato osseo da batteri particolarmente pericolosa che ha richiesto parecchi ricoveri lontano da casa prima di risolversi, fortunatamente, in modo felice e forse i presepi inconsciamente rappresentano quel nido familiare che rischiava di perdere e dove ama trascorrere il suo tempo. Insomma un artigiano della Natività che crea presepi di sogno che meritano di essere visitati. Le Natività di Alessandro Pizzocolo potranno essere ammirate in vari negozi del Centro Storico e nella carovana di legno posta in zona Quattro Vie fino al 6 gennaio.   


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