Mairano

L'ultimo saluto a Ermanno Ferrari, mister e fornaio

Si è spento a soli 51 anni

L'ultimo saluto a Ermanno Ferrari, mister e fornaio
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Si è spento Ermanno Ferrari: un tumore se l’è portato via a soli 51 anni e la Bassa saluta il suo Mister. Ieri pomeriggio sono state celebrate le esequie.

L'ultimo saluto a Ermanno Ferrari

Giocatore di livello, poi allenatore, fornaio, marito e padre: una vita che ha vissuto a pieno, quella di Ferrari. Semplice ma al tempo stesso straordinaria, piena di sacrifici e scelte, come quella di tanti ma è stato capace di lasciare il segno.
L’ha fatto nella comunità del calcio dove si è distinto per le sue doti in diverse squadre in gioventù dall’Aviano Plodari, al vivaio del Brescia, capitano della Primavera, ha giocato anche contro il Milan. Poi l’Orceana, il Breno, Capriolo, San Paolo d’Argon e Rodengo Saiano per poi intraprendere la carriera di Mister.
Ma anche nella comunità di Longhena e di Mairano, dove si è distinto per le sue doti da panificatore aprendo 26 anni fa una forneria dove ogni singolo prodotto viene fatto a mano.
Personaggio dal carattere forte è riuscito a essere un punto di riferimento per molti: per i compagni di squadra, per le nuove leve e per la sua famiglia.
Insomma, non verrà dimenticato anche se il destino e la vita con lui sono stati ingiusti.ù

Un uomo molto forte

«Mio marito è stato un uomo meraviglioso durante tutta la sua vita anche se è stata breve, 51 anni sono troppo pochi per andarsene - ha raccontato la moglie Adriana - Era il mio highlander, aveva una forza incredibile e l’ha avuta fino all’ultimo respiro. Era un gran lavoratore: ha dato l’anima sia in forneria, che abbiamo aperto a Longhena insieme nel 1996 e per il calcio. L’ho conosciuto quando giocava nel Capriolo, ci siamo fidanzati e mai più lasciati: ha continuato la sua carriera con passione e dedizione fino a quando però ha dovuto rinunciare. Allora ha iniziato a fare il fornaio, imparando il mestiere da uno di Brescia che era capace. In tutto quello che faceva era davvero bravo: rigore, disciplina e impegno. E’ stato un grande marito e un grande padre per i suoi due figli, ci ha sempre fatto sentire molto amati e siamo stati fortunati ad averlo con noi. Le cose semplici mi hanno sempre colpito di lui: è stato forte fino alla fine, ha sempre promesso nonostante la malattia che sarebbe tornato a casa e che ce l’avrebbe fatta. E’ stato un esempio di coraggio».
«Quando ha deciso di lasciare il calcio e di fare il fornaio è stato molto difficile ma amava il suo lavoro - ha proseguito la moglie - Faceva tutti i prodotti a mano, ha sempre usato olio, farina, sale e lievito. Mai nulla di confezionato, mai niente di chimico: infatti come faceva il pane lui nessuno. Per 26 anni invece è riuscito sempre a dare prodotti freschi a tutti. Parallelamente ha allenato squadre di giovani con passione e dedizione. E’ stato a Rezzato, Travagliato, Serle, Montorfano e Verolanuova. Il suo impegno è stato impeccabile così come il suo entusiasmo».

Ha combattuto fino all'ultimo

Purtroppo però Ermanno si è ammalato e ha perso la sua battaglia contro la malattia.
«Ha combattuto fino all’ultimo - ha confermato la moglie - Ma purtroppo non ce l’ha fatta. Ha lasciato in tutti noi un grande vuoto».
Sentito anche il ricordo dai campi di calcio.
«Nonostante sia stato pochi anni con noi si è dimostrato essere una persona speciale, un uomo con la U maiuscola - hanno detto ai vertici della Verolese - Non ha mai mollato e ha insegnato ai ragazzi della Prima categoria tantissime cose, gli eravamo tutti affezionati. Sarà davvero molto difficile trovare un’altra persona come lui: era davvero speciale».
Tanti i messaggi anche dei colleghi calciatori e dei ragazzi che ha allenato, che hanno promesso di ricordarlo per sempre e di seguire i suoi consigli e i suoi insegnamenti.

Ieri sono state celebrate le esequie nella parrocchiale di Mairano

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