Doveva essere uno dei simboli della riqualificazione urbana e ambientale della città. Invece, a due anni dall’annuncio dell’ambizioso progetto, il Parco Tecnoinerti versa in uno stato di totale abbandono, tra cantieri fermi, degrado e insicurezza. A sollevare il caso è l’opposizione, che pubblica foto eloquenti sui social e denuncia apertamente: «È questa la riqualificazione da quasi mezzo milione di euro?».

La nascita del progetto di restyling
Nel 2023 l’amministrazione comunale, guidata già allora dal sindaco Federico Casali, aveva stanziato 250.000 euro per una vasta operazione di riqualificazione del verde pubblico. L’intervento rientrava in un piano strategico più ampio che includeva, tra gli altri, il restyling di via Primo Maggio, via Brescia e via Cavour, oltre al programma di potature, decoro urbano e arredo floreale. In quel contesto, il Parco Tecnoinerti veniva descritto come un progetto chiave, destinato a diventare un nuovo polmone verde per Ghedi, simbolo della vocazione rurale e ambientale del territorio.
«Vogliamo completare nel migliore dei modi l’arredo urbano e il verde della nostra cittadina – dichiarava nel 2023 l’assessore all’Ambiente Luca Mostarda – e rendere tutto questo non solo un motivo d’orgoglio, ma anche una direzione chiara per il futuro sostenibile di Ghedi».

L’opposizione torna all’attacco sull’area
Oggi, maggio 2025, a un anno dalla data prevista di completamento (luglio 2024), il parco è ancora un cantiere aperto e inconsistente. A documentarlo è l’opposizione, che accusa: «Lavori mai conclusi, degrado diffuso, nessuna cura, nessuna sicurezza. E tutto questo dopo un investimento di circa 460.000 euro. Quali sono le ragioni di tale abbandono?». Le immagini pubblicate mostrano aree transennate, erba alta, rifiuti abbandonati e nessun segnale di un imminente completamento. Una situazione che ha alimentato il malcontento tra i cittadini, molti dei quali aspettavano da anni un’area verde attrezzata, accessibile e sicura. Dov’è finita la «città verde per vocazione»? Il contrasto tra le dichiarazioni ottimistiche del passato e la realtà attuale solleva interrogativi pesanti sulla gestione del progetto. Come si è passati da un progetto «ormai pronto a partire» a un cantiere bloccato e degradato? Perché i lavori non sono stati completati nei tempi previsti? In attesa di risposte ufficiali, cresce la pressione sull’amministrazione comunale, che rischia di perdere credibilità sul fronte della tutela ambientale.