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Livelli del lago di Garda: nei giorni scorsi sono giunti vicini alla soglia d'allarme

Aipo ha accolto la richiesta della Comunità del Garda di aumentare la portata degli scarichi all’edificio scolmatore di Salionze

Livelli del lago di Garda: nei giorni scorsi sono giunti vicini alla soglia d'allarme
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Livelli del lago di Garda, nei giorni scorsi sono giunti vicini alla soglia d’allarme.

Vicini alla soglia d'allarme i livelli del lago di Garda

A seguito del raggiungimento dei livelli intorno ai 130 centimetri sopra lo zero idrometrico di Peschiera l’Aipo, Agenzia Interregionale per il fiume Po, ha accolto la richiesta della Comunità del Garda andando ad aumentare da 14 metri cubi al secondo a 30 e poi ancora a 60 la portata degli scarichi all’edificio scolmatore di Salionze. Un’azione che ha avuto anche una finalità preventiva in vista delle piogge che erano state previste nei giorni seguenti. Da evidenziare come dall’inizio del mese di febbraio il livello del Garda sia continuamente aumentato a partire dai 117 cm sopra lo zero idrometrico del primo febbraio.

La manovra

Una manovra che ha portato i livelli a scendere progressivamente: si è passati infatti da un livello di poco inferiore ai 130 cm sopra lo zero idrometrico di sabato 22 febbraio ai 127, 9 di domenica 23 febbraio e ai 126, 8 di lunedì 24 febbraio. Martedì 25 febbraio è ulteriormente sceso a 127, 1 con uno scarico di 30 metri cubi al secondo.

Non è certo la prima volta, ad ottobre il lago aveva raggiunto il suo massimo storico: giovedì 24 ottobre 2024, in particolare, a partire dalle 15.30 la derivazione alla diga di Salionze era stata aumentata da 140 a 150 metri cubi al secondo avvicinandosi sempre di più al limite di scarico sostenibile del Mincio fissato ad oltre 170 metri cubi al secondo. Da allora la misura del livello del lago al di sopra dello zero idrometrico (m 64,027 slum) era progressivamente scesa. In quell’occasione il segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa aveva osservato:

«Sarà sempre più importante e decisiva un'azione preventiva, come avvenuto nelle ultime settimane. Il bacino gardesano, area strategica e economicamente, culturalmente, geograficamente importante nel cuore dell'Europa, non deve assolutamente sottovalutare il cambiamento climatico in atto e le conseguenze relative. Sul tema – aveva poi aggiunto –  ritengo fondamentale continuare a studiare e intraprendere pratiche e, soprattutto, azioni, iniziative legislative e comportamenti miranti a prevenire e mitigare situazioni critiche e nocive per il territorio. Il cambiamento climatico ci porta infatti necessariamente a dover rivedere le norme, i comportamenti e le regole che esistono da sessant'anni, da quando cioè è stata costruita la diga  di  Salionze».

La realizzazione della diga di Salionze risale infatti agli anni Sessanta: si tratta dello sbarramento realizzato sul Mincio a circa sei chilometri a valle di Peschiera per regolare in modo artificiale il deflusso delle acque del Garda e, di  conseguenza, il livello del  lago. Da evidenziare che la quantità d'acqua regolabile artificialmente è una minima parte del totale presente nel più grande lago  italiano, 500 milioni di metri cubi su 50 miliardi.

«Da allora il  Garda  non è più un bacino naturale – ha spiegato Ceresa – ma artificiale, in quanto regolato dall'uomo».

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