L’attività dell’incubatoio è ferma, ma i gestori della struttura di Clusane e i pescatori potranno tornare al lavoro per ripopolare il lago da maggio.
L’incubatoio di Clusane attende la frega di scardole e tinche
“Siamo fermi dall’ultima campana di coregoni, rilasciati a fine febbraio – ha spiegato il consigliere comunale Raffaele Barbieri, con delega a Lago, Pesca e Ambiente – Tra marzo e aprile avremmo dovuto incubare il luccio, ma i gestori non se la sono sentita di aprire la struttura a causa dell’emergenza Coronavirus. Con il Comune abbiamo provato a chiedere una deroga, in modo da impiegare personale ridotto, ma nonostante per il luccio si andrà all’anno prossimo, siamo riusciti a ottenere un accordo per incubare la scardola e più tinche”.
L’idea è di ricostruire la biodiversità del lago d’Iseo partendo dalla base e dalle specie assenti, come le alborelle, le scardole e le tinche.
“Da maggio ci impegneremo maggiormente per la cattura e la spremitura delle tinche e introdurremo nell’incubatoio le scardole, pesce che negli ultimi due o tre anni ha subito un tracollo specialmente a causa della desertificazione dei fondali, del problema causato dall’introduzione del siluro e per via dell’inquinamento delle acque. Sicuramente comunque la cattura e spremitura del luccio verrà potenziata il prossimo anno”.
Fermi anche i pescatori di professione
Nel frattempo il lavoro dei pescatori di professione è fermo: quasi tutto il pescato viene ritirato dai ristoranti, che però al momento sono chiusi per via dell’emergenza. “Non siamo attrezzati per consegnare il pesce a domicilio ai privati, ci vorrebbero laboratori per pulirlo e prepararlo al consumo – ha concluso Barbieri – Inoltre i pescatori professionisti di lago, diversamente da quelli di mare, sono stati esclusi dagli aiuti statali”.
Nonostante tutto, però, i pescatori fanno la loro parte per aiutare la comunità. Nel week end, grazie alla collaborazione con la chef Francesca Marsetti, distribuiranno delle polpette di pesce di lago alle famiglie in difficoltà.
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