CORSA RECORD

L'impresa di Federico Barucco: da Brescia al monte Bianco per dire "Lo sport è senza confini"

Al traguardo il runner ha voluto esprimere il suo dissenso circa la decisione dell'organizzazione di sospendere i russi dalla gara. L'iniziativa è stata accolta con gli applausi.

L'impresa di Federico Barucco: da Brescia al monte Bianco per dire "Lo sport è senza confini"
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L'atleta travagliatese ha partecipato all'ultima edizione dell'Umtb (Ultra trail del monte Bianco), una delle più ambiziose gare di corsa in montagna, portando un messaggio di pace.

L'impresa di Federico Barucco: da Brescia al monte Bianco per dire "Lo sport è senza confini"

di Valentina Pitozzi

Federico Barucco non è nuovo a esperienze "estreme" e anche quest’anno, dopo un 2021 "tranquillo" (come l’ha definito lui) si è misurato con una competizione che l’ha coinvolto a trecentosessanta gradi, non solo dal punto di vista fisico ma anche emotivo.

Il trailer, atleta del travagliatese AV Sporting Team, quando si trovava in Russia nel 2020 aveva tentato (riuscendoci) ben due imprese degne di nota: la spedizione sul lago ghiacciato Baikal e la salita sul monte Elbrus, montagna più alta d’Europa con i suoi 5.642 metri.
Stavolta, invece,  ha affrontato l’Umtb ovvero l’ultra trail del monte Bianco.
Si tratta della "corsa dei record", che si svolge sulla distanza di 170 chilometri con diecimila metri di dislivello positivo in semi-autonomia sui tre versanti della montagna.

Partecipare non è semplice: oltre al fatto che concorrono circa centoventi Paesi da tutto il mondo, c’è bisogno di avere un punteggio internazionale facendo gare di un certo livello.
Ecco che Barucco nella competizione che si è svolta tra il 22 e il 28 agosto è stato selezionato su seimila runner di tutto il globo (solo in duemila, infatti, possono accedere alla competizione).

Sport e pace

"È una gara che non si può improvvisare – ha spiegato – Ho sentito che questa edizione, per me, arrivava nel momento giusto".
Partito da Chamonix e percorrendo i sentieri del monte Bianco, ha attraversato città francesi, Courmayeur, passando per il rifugio Bertoni e altri noti che portano in Svizzera, per poi ritornare a Chamonix ad anello.

Una gara che aveva nel cuore dal 2013, quando ha cominciato a competere.
"È stato il coronamento di un sogno – ha proseguito – E per questo ringrazio il mio coach Giovanni Bonarini. Nonostante il recente infortunio ce l’ho fatta; non sono mancati i momenti di calo, complici anche due notti senza dormire, ma ho avuto una bella ripresa con il recupero del doppio delle posizioni".

Barucco è così arrivato 746esimo (le persone arrivate sono circa 1800).
Una grande soddisfazione dal punto di vista sportivo, avendo gareggiato con grandi campioni. Ma non solo.
La manifestazione è stata anche un'occasione per esprimere pacificamente il proprio dissenso nei confronti dell’organizzazione.

Quando è scoppiata la guerra tra Ucraina e Russia, infatti, i vertici della gara hanno rilasciato un comunicato secondo cui gli atleti russi si consideravano sospesi nonostante avessero il punteggio per partecipare e avessero già preparato la gara (prenotando anche voli aerei e hotel, ad esempio).

"La decisione di rimuovere gli atleti in base alla nazionalità mi preoccupava molto e ho preso una decisione: arrivare al traguardo con una maglia russa e una bandiera con la scritta 'Sport without borders' (ovvero 'Sport senza confini') – ha raccontato Barucco – Questo poteva comportare la squalifica ma non volevo che persone pagassero per una scelta politica nemmeno condivisa e intendevo comunicare che lo sport è inclusione, non esclusione e divisione".

Così, tagliata la linea, ha davvero dato vita a questo momento di attivismo venendo accolto da uno scroscio di applausi.
A dare spazio alla sua manifestazione anche lo speaker della gara e numerose testate internazionali, che hanno fatto fare all’iniziativa di Barucco il giro del mondo.
Tutti, infatti, dall'Ungheria al Sudamerica ne stanno tuttora parlando.

Federico Barucco mentre mostra fieramente la fascia con scritto "Sport without borders"

"A un evento importante come questo non si possono escludere gli atleti per la loro provenienza o altre caratteristiche" ha evidenziato.
Accanto a lui la moglie Alexandra Kravchenko, di origini russe.
"Io ho vissuto quanto fatto da un punto di vista puramente sportivo, ma per lei è stato diverso e inizialmente non voleva per timore delle reazioni altrui. Poi si è fidata e insieme ci siamo supportati e completati, percependo il sostegno di tutti i presenti".

 

Il servizio completo nell'edizione di ChiariWeek in edicola da oggi, venerdì 2 settembre.

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