L’ex europarlamentare Lara Comi arrestata per corruzione
E’ accusata di finanziamento illecito, corruzione e truffa aggravata proprio a danni del parlamento Europeo.
La Guardia di Finanza di Milano e Busto Arsizio (Varese) ha arrestato l’eurodeputata Lara Comi, l’ad dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni (entrambi ai domiciliari) e il dg di Afol Metropolitana Giuseppe Zingale (in carcere).
Arrestata Lara Comi
Ai domiciliari l’ex parlamentare di Forza Italia, Lara Comi, e l’imprenditore Paolo Orrigoni, titolare della catena di supermercati Tigros ed ex candidato leghista a sindaco di Varese. In carcere Giuseppe Zingale, ex direttore dell’Agenzia per il lavoro Afol. L’inchiesta è quella nota con il nome di “Mensa dei poveri”, all’ ex eurodeputata azzurra contestati cinque capi di imputazione.
Come riporta il nostro quotidiano online Settegiorni.it, è accusata di finanziamento illecito, corruzione e truffa aggravata proprio a danni del parlamento Europeo.
Nell’ordinanza si parla di “peculiare abilità che l’indagata ha mostrato di aver acquisito nello sfruttare al meglio la sua rete di conoscenze al fine di trarre dal ruolo pubblico di cui era investita per espressione della volontà popolare il massimo vantaggio in termini economici e di ampliamento della propria sfera di visibilità”.
Inchiesta Mensa dei poveri
Poche ore fa i militari della Guardia di Finanza di Milano e Varese hanno notificato ai tre – già coinvolti nel primo filone dell’inchiesta “Mensa dei poveri”, per il quale sono state chiuse le indagini per 71 indagati (e all’arresto anche di Nino Caianiello di Forza Italia) – un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Raffaella Mascarino e chiesta dai pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri per corruzione e finanziamento illecito e truffa.
Prima tranche: finanziamento illecito
A Comi sono contestati tre diversi tipi di reati. La prima tranche d’indagine riguarda 31mila euro ricevuti dalla sua società, la Premium Consulting Srl con sede a Pietra Ligure (Savona), per finanziare la sua campagna elettorale in vista delle elezioni europee del 26 maggio 2019. Un finanziamento illecito pagato secondo gli inquirenti in due tranches dal presidente di Confindustria Lombardia, il bresciano Marco Bonometti, indagato per una consulenza sotto forma di acquisto di una tesi di laurea (in realtà liberamente reperibile e scaricabile dal Web e discussa da uno studente dell’università Luiss di Roma nel 2014) e destinati all’europarlamentare di Forza Italia.
Seconda tranche: Afol metropolitana
Afol metropolitana è l’Agenzia formazione e lavoro che gestisce nell’ex Provincia di Milano per esempio i centri per l’impiego. Il suo ex direttore generale Giuseppe Zingale (si è dimesso ieri, mercoledì 13 novembre 2019) avrebbe beneficiato di un indebito pagamento direttamente dalla società della Comi, la Premium consulting, per una consulenza.
Terza tranche: il Parlamento europeo
Comi è infine accusata d’aver truffato l’assise di Strasburgo. Un terzo dello stipendio del suo ex addetto stampa Andrea Aliverti (portato da mille e tremila euro al mese e rimborsato dal Parlamento europeo) in sostanza tronava secondo gli investigatori nelle tasche dell’eurodeputata, che nel suo staff aveva pure arruolato il discusso Nino Caianiello, ex coordinatore provinciale di Fi, ritenuto la mente proprio del giro di mazzette al quale è stata applicata l’etichetta “Mensa dei poveri”.