Travagliato

Lesioni al tendine d'Achille, cosa sono e come si curano

I danni a suo carico si verificano soprattutto a causa della scarsa vascolarizzazione

Lesioni al tendine d'Achille, cosa sono e come si curano
Pubblicato:
Aggiornato:

Il dottor Guido Carbone spiega cos’è il dolore al tendine d’Achille e come fare per curarlo.

Cos'è il tendine di Achille?

"E’ il più grosso e robusto tendine del nostro corpo - spiega il medico chirurgo specializzato in ortopedia e traumatologia - Nasce dalla confluenza di tre muscoli: i due gemelli e il muscolo soleo che si uniscono a formare il Tendine di Achille. Questo si inserisce all’apofisi posteriore del calcagno. E’ lungo 15 centimetri e si trova nella parte terminale della gamba".

Qual è la sua funzione?

"Il tendine d’Achille flette il piede in basso (plantaro-flessione) consentendo così di spingere il corpo in avanti e in alto. La sua funzione nella fase propulsiva del passo è fondamentale".

Perché il tendine d’Achille va facilmente incontro a lesioni?

"Il punto debole del tendine d’Achille è la sua scarsa vascolarizzazione, che riduce notevolmente la capacità di riparazione delle lesioni".

Quali sono le lesioni più frequenti a carico del tendine d’Achille?

"Su questo tema è necessario fare delle distinzioni in relazione a eventi acuti e insulti cronici a carico del tendine. Le lesioni acute sono principalmente rappresentate dalle “rotture tendinee” traumatiche. Generalmente si verificano durante lo svolgimento di attività sportiva da parte di atleti di mezza età".

Come si manifestano?

"Spesso il paziente riferisce di avere avuto la sensazione di ricevere un calcio proprio sul tendine di Achille, associato a un rumore di schiocco. In questa condizione, in seguito all’interruzione del tendine il paziente ha difficoltà a camminare e dolore lungo il decorso del tendine stesso".

Dott Guido Carbone

Parliamo invece delle lesioni croniche...

"Nelle lesioni croniche la tendinopatia achillea è multifattoriale. Anche in questo caso si verifica più frequentemente in soggetti che praticano attività sportiva, colpisce tuttavia anche persone con alterazioni anatomiche quali il piede cavo o piatto in pazienti con dismetria degli arti inferiori, nonché in pazienti con caratteristiche predisponenti di tendinopatia quali: età avanzata, diabete, insufficienza renale, malattie reumatologiche e, infine, assunzione di corticosteroidi e antibiotici fluorochinolonici".

Come si effettua la visita medica?

"Nelle tendinopatie acute il paziente riferirà l’evento traumatico che ha causato la lesione. Durante la visita sarà apprezzabile l’interruzione del tendine alla palpazione. Inoltre il paziente non sarà in grado di stazionare sulla pianta del piede traumatizzato. Nelle tendinopatie croniche invece la palpazione (che risulta dolorosa) confermerà un ispessimento del tendine più o meno accentuato, senza che ci sia un’interruzione. Il paziente presenterà una tumefazione visibile esteticamente sul tendineo sulla sua inserzione al calcagno".

E la diagnosi?

"La diagnosi si effettua valutando la storia del paziente ed eseguendo la valutazione clinica locale. Lo studio ecografico o la risonanza magnetica saranno molto utili. Su questi esami, infatti, è possibile identificare la rottura nelle forme o le condizioni in termini di continuità, ispessimenti, disomogeneità, e interruzioni parziali nelle forme croniche. La radiografia infine consente di verificare la presenza di calcificazioni intratendinee, di speroni calcaneari o di conflitti con il calcagno".

Tendine d'Achille, Qual è la terapia?

"Nelle rotture acute del tendine l’intervento chirurgico è indispensabile. Può essere eseguito classicamente con ampia incisione cutanea e con sutura diretta dei due monconi tendinei utilizzando fili ad alta resistenza. In alternativa si ricorre alle nuove tecniche mininvasive, riducendo al minimo la sofferenza della cute in questa delicata zona. Nelle forme croniche invece le opzioni sono diverse. Si inizia con la fisiokinesiterapia utilizzando cicli di onde d’urto e tecar. Ci si focalizza inoltre sullo stretching muscolo tendineo. Esistono poi le terapie infiltrative locali (come la PRP). I trattamenti chirurgici quando indicati, servono per rimodellare e rivascolarizzare il tessuto tendineo sofferente. Infine, nei casi più gravi in cui la qualità tendinea è completamente alterata esistono interventi di sostituzione tendinea".

Come comportarsi dopo l’intervento al tendine d’Achille?

"Rispettando i tempi di guarigione che si aggirano intorno ai 3 mesi, riducendo i carichi sul tendine e mantenendo quella elasticità necessaria a evitare possibili recidive (ri-rotture)".

A chi rivolgersi?

In caso di dolori ai piedi e alle loro articolazioni, in provincia di Brescia è possibile rivolgersi al dottor Guido Carbone, medico chirurgo ortopedico, specializzato nelle innovative terapie mini-invasive. Ogni giorno al servizio dei pazienti all’Istituto Sant’Anna, al Poliambulatorio San Matteo, al Poliambulatorio San Gregorio di Cologne e, infine, a Travagliato nel suo studio privato. Per informazioni al telefono contattare il numero 335.6635217.

Seguici sui nostri canali