Verolanuova

Lego da Guinness: Cervati si supera

Ideato dal verolese Pierluigi Cervati, uno che di mattoncini se ne intende e che non è nuovo a queste imprese

Lego da Guinness: Cervati si supera
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Un mosaico da Guinness è stato ideato dal verolese Pierluigi Cervati, uno che di mattoncini se ne intende e che non è nuovo a queste imprese.

Una impresa da record

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Ben 811.008 mattoncini Lego di 25 diversi colori per oltre 3 metri d’altezza e 16 metri di lunghezza, oltre 5mila ore di lavoro di cui, per ultimarlo, sono state usate anche le prime due giornate della «Fiera Campionaria» andata in scena a Bergamo dal 28 ottobre al 1 novembre, il tutto poggiato su 3.168 basi e connesso con oltre 15.300 pin di collegamento Lego Technic. Sì per ultimarlo, perché gran parte di quest’opera mastodontica è stata realizzata nei mesi scorsi grazie a un meraviglioso progetto che il verolese ha saputo mettere in campo: diverse parti sono state assemblate dai bambini ricoverati negli ospedali Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Pasquinucci di Massa e dalla Fondazione Monasterio. A questi piccoli artisti si aggiungono quelli più o meno grandi che attraverso eventi speciali dedicati, come l’evento di inizio ottobre in Zincatura Brescia che, credendo nell’iniziativa, ha dato il proprio supporto a Pierluigi e ha inoltre organizzato dei momenti dove i dipendenti e i propri figli «giocando» con mattoncini colorati ben precisi, diventavano parte integrante di questa avventura.
A tenere insieme tutto questo, a tenere alto l’entusiasmo, a fare da cornice a questi 400 chili di opera definita in modo tecnico «il più grande mosaico lenticolare Lego al mondo» è stata la nomina di Bergamo e Brescia quali città capitali della Cultura per il 2023.

Un tributo a Brescia e Bergamo

Un tributo alle due città fortemente colpite durante la pandemia da Covid, ma altresì capoluogo di provincia d’origine per Cervati (Brescia) e luogo in cui ha realizzato un grandissimo sogno con la moglie Beatrice (mancata un paio d’anni fa): aprire un negozio Lego, denominato «La città del mattoncino» in Piazzetta Santo Spirito. Non nuovo a queste sfide il verolese, entusiasta per natura e un vero e proprio portento di energia, ha così stabilito questo nuovo record mondiale tributo alle città del cuore, su un lato infatti si può scorgere, in base a come ci si muove di fronte all’opera, una veduta panoramica di Brescia e sul lato opposto quella di Bergamo.

Una passione nata da lontano

Cervati sin da piccolo appassionato di mattoncini ha rispolverato questa passione nel 2014 e l’anno successivo ha aperto appunto di un negozio esclusivamente dedicato al mondo Lego, partecipando a diversi festival dedicati a questo mondo o creando momenti all’interno di eventi (come in questo caso campionaria) per condividere o contaminare la gente con questa sua passione. Gli spazi fieristici sono il suo habitat naturale per poter realizzare queste imprese, qui spazio non manca e dal 2019 (escludendo lo stop legato al Covid) continua con la sua presenza e nuove idee. La notizia di questa grande conquista non solo come record, ma altresì come evento solidale e di grande sensibilità, sta facendo impazzire il web, le testate giornalistiche, ma altresì tutti quelli che conoscono Pierluigi. Grande orgoglio in Zincatura Bresciana, a raccontarlo è Dayana Telefri, Ceo del gruppo Telefri Srl di cui la realtà lavorativa verolese è parte. «In azienda con noi c’è Matteo, fratello di Pierluigi, che come lui è sempre attento al sociale. I Cervati sono una famiglia davvero straordinaria – ha proseguito – Abbiamo sostenuto questo progetto in occasione di Bergamo-Brescia Città Capitali della Cultura 2023 vedendo il potenziale del Guiness ma soprattutto il coinvolgimento dei bambini delle diverse strutture ospedaliere e delle diverse altre realtà, tra queste la nostra con il momento famiglie in azienda, che hanno contribuito alla realizzazione del mosaico da record. Il vero potenziale è stata per noi l’occasione per stare insieme ai ragazzi che ogni giorno lavorano in azienda e alle loro famiglie e in generale, con l’ideatore, aver “portato”, seppur non fisicamente, i bambini e le bambine ricoverati al di fuori della struttura ospedaliera».

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