Legittima difesa, più tutele per gli aggrediti: è scontro SONDAGGIO

Abbiamo chiesto ai nostri lettori di esprimere il loro parere.

Legittima difesa, più tutele per gli aggrediti: è scontro SONDAGGIO
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Tiene banco fra i temi d’attualità politica i dibattito sulla riforma della Legittima difesa, cavallo di battaglia del vicepremier Matteo Salvini e della Lega. Bisognerà aspettare martedì 5 marzo 2019 per sapere a Roma come finirà. In sostanza,  se passerà la prospettiva leghista, non finirà in carcere chi reagisce in uno stato di paura a un aggressore che entra in casa o in negozio. Ma la discussione è stata rinviata a causa delle perplessità del M5S, mentre la Magistratura parla apertamente di rischio costituzionalità.

Legittima difesa: il nostro sondaggio

Così abbiamo chiesto ai nostri lettori di esprimere il loro parere. Queste le due opzioni:

  • Sono d’accordo, non posso fare il detective e scoprire se l’aggressore è armato oppure no, prima di difendermi. Ci vogliono più tutele.
  • Non sono d’accordo, la norma attuale già offre tutele sufficienti e, tanto, se l’aggressore muore l’indagine va fatta comunque.

Le posizioni politiche

Se l’altro vicepremier (e capo politico del Movimento) Luigi Di Maio ha assicurato che “La legge è nel contratto e rispetteremo i patti”, sulla riforma è tranchant l’Associazione nazionale magistrati (Anm) che per bocca del presidente Francesco Minisci parla di una “riforma di cui non abbiamo bisogno” e che presenta “grossi profili di incostituzionalita’”.

Per il ministro della PA Giulia Bongiorno, infine, “la legge andrà in porto e si limiterà alla tutela dell’aggredito”, poiché è “inaccettabile che oggi non ci si possa assolitamente difendere se prima non si sono fatti accertamenti alla Sherlock Holmes”.

 

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