il caso

Lega Coccaglio, chiesta l'espulsione per quattro militanti «ribelli»: «Quella è la porta»

La misura per l'ex sindaco Facchetti, Bono, Bianchetti e Bettinzana, che avrebbero violato la linea politica del partito durante la scorsa campagna elettorale

Lega Coccaglio, chiesta l'espulsione per quattro militanti «ribelli»: «Quella è la porta»
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Una presa di posizione dura, ma per nulla sorprendente, dopo il terremoto che, alla vigilia della scorsa campagna elettorale, aveva già evidenziato una frattura — tutt’altro che nascosta — all’interno della Lega di Coccaglio. Come riporta il settimanale ChiariWeek, la richiesta di espulsione, avanzata dal segretario locale Alex Sirani e approvata anche a livello provinciale, non è giunta inaspettata per Alberto Facchetti, Wolmer Bono, Ilaria Bianchetti (rispettivamente ex sindaco, ex assessore ed ex consigliera della precedente amministrazione) e Fabio Bettinzana. I quattro sono accusati di aver remato contro il partito che, nel 2024, aveva sostenuto la candidatura dell’attuale sindaca Monica Lupatini (in quota Fratelli d’Italia), contribuendo alla sua vittoria.

Lega Coccaglio, chiesta l'espulsione per quattro «ribelli»

Una decisione, quella dell'espulsione, che Sirani ha definito necessaria per «tutelare l’identità, la coerenza e la credibilità del nostro progetto politico». Sebbene la richiesta fosse stata avanzata già mesi fa, è solo ora che viene resa pubblica: indirizzata al Federale, la sede nazionale della Lega, si basa su comportamenti giudicati «inaccettabili» e in netto contrasto con la linea del partito.

Secondo quanto riportato, i quattro non solo avrebbero disertato tutte le iniziative promosse dalla sezione locale e dalla coalizione di centrodestra (che non avevano mai appoggiato, giudicandola una resa alle pressioni di Fratelli d’Italia), ma avrebbero addirittura sostenuto apertamente Silvia Borra — ex assessora oggi all’opposizione con la lista civica Trasparenza — prendendo parte ai suoi eventi pubblici e dissociandosi pubblicamente dalla Lega, anche attraverso i social.

Il commento del segretario

Per chi ha «voltato le spalle», la scelta è stata chiara: fuori dal partito. E sebbene alcuni degli ex militanti non avrebbero comunque rinnovato la tessera (o non sarebbe stata rinnovata, dipende da che parte la si legge) la richiesta di espulsione chiude di fatto le porte a future iscrizioni.

«Dopo un’attenta valutazione da parte degli organi competenti si è giunti alla decisione di procedere - ha dichiarato Sirani - La militanza in un movimento politico non è mai un fatto personale, ma un impegno collettivo, che richiede rispetto delle regole e coerenza con la linea democratica stabilita dal partito. Ribadiamo con forza che il nostro obiettivo resta quello di costruire una forza politica solida, partecipata e radicata sul territorio, capace di rappresentare con credibilità le istanze dei cittadini. Chi decide di allontanarsi da questo percorso e di agire contro le scelte politiche condivise, si assume la piena responsabilità delle proprie azioni».