Le posso consigliare una sòla? Vi svegliamo i segreti di una commessa

Le posso consigliare una sòla? Vi svegliamo i segreti di una commessa
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Un po' a tutti noi è capitato di andare a pagare alla cassa dopo una proficua battuta di shopping ed uscire dal negozio con qualcosa in mano che ci hanno rifilato alle casse.

Se la commessa è particolarmente gentile o se è di buon umore molte volte ci siamo fatti ingannare, come quando ad esempio ci propongono quell’utilissimo spray al tartufo anti zanzara da spruzzare nelle ciabatte.

Pochi di noi però sanno effettivamente quale impalcatura di sottile pressione psicologica ci sia dietro la vendita di articoli alle casse. È un terrore sconosciuto ai più il lavorio sotterraneo che si produce ai danni delle commesse obbligate a cercare un modo per rifilarvi qualcosa di meravigliosamente inutile come l’ultima crema per le unghie incarnite. È vero, a volte il venditore ha una percentuale sugli oggetti effettivamente venduti che si aggiunge a un fisso mensile.

Interessante dunque cercare di capire la somma di base percepita dall’accanimento della commessa. Se cortesemente cerca di consigliarvi un nuovo deodorante, senza crederci troppo, allora il suo stipendio è dignitoso. Se con un po’ più di ansia si ostina a voler accostare alla vostra borsa quell’improbabile sciarpa viola, stiamo già calando pericolosamente verso la sussistenza.

Arriva una signora che acquista un paio di scarpe, ci racconta, poggia la scatola sulla cassa, si controlla accuratamente la merce come se si trattasse di cuoio e platino invece che di plastica e poi: «Sa che con queste ci vorrebbe proprio una bella soletta?». «Lei dice?», «Certo signora, vede? Queste scarpe sono bellissime, ma hanno la camminata un po’ piatta e il piede fa male. Io ne so qualcosa, sto tutto il giorno in piedi! ». «Oh, in effetti ha ragione, sa? Mi faccia vedere». La soletta viene inesorabilmente inserita nella scarpa, inutile ma convincente. La cliente, la tocca. «Come è morbida!». «Certo signora, è pura lana di pecora dell’Himalaya nutrita dai monaci». «Voi sì che avete sempre degli accessori carini! Ora sono più comoda». «Gliene do cinque allora?». Vendute.


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