LE CINQUE NOTIZIE FASULLE

LE CINQUE NOTIZIE FASULLE
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Cinque notizie che non lo erano

1) Gentiloni: «Gli italiani imparino a fare sacrifici e smettano di lamentarsi»

L’ultima settimana è stata molto calda per quanto riguarda la lotta alle bufale online e forse la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ennesima invenzione di uno dei tanti siti che pubblicano centinaia di notizie false. Paolo Gentiloni si è da poco insediato a Palazzo Chigi, ma oltre alla poltrona di Presidente del Consiglio, il nuovo capo del Governo ha preso il posto di Renzi anche come vittima preferita delle calunnie online. Il blog sedicente satirico LiberoGiornale ha infatti pubblicato delle dichiarazioni molto impopolari che Gentiloni avrebbe rilasciato alla stampa: «Gli italiani imparino a fare sacrifici e smettano di lamentarsi».

In breve, come spiega Repubblica, è diventata la notizia più letta d’Italia, a conferma della pericolosità e della diffusione incredibile che alcune false notizie riescono a raggiungere. L’attenzione ricevuta dal sito e le ricerche fatte da diversi giornali e dall’Agi hanno causato la chiusura del sito, che sembra fosse ospitato su un server di proprietà di un ex esponente di Forza Nuova. La stampa e le autorità italiane pare abbiano finalmente acceso i riflettori su una galassia sterminata di blog e siti web collegati tra loro, che hanno il solo scopo di disinformare e monetizzare le centinaia di migliaia di visite che ricevono giornalmente.

2) Il trucco per risparmiare energia elettrica

Il web è utilizzato da milioni di italiani come fonte di consigli per la propria vita quotidiana: c’è chi frequenta molti siti di ricette, chi cerca indicazioni sull’utilizzo di determinati strumenti casalinghi e chi spera di trovare piccoli trucchi per risparmiare sulle spese di tutti i giorni. Esistono centinaia di pagine che suggeriscono piccoli accorgimenti per risparmiare, ad esempio, sull’elettricità, come l’utilizzo di dispositivi a basso consumo e lampadine led.

Su Facebook è diventata piuttosto popolare la pagina di un presunto elettricista che in un post consigliava l’utilizzo di un dispositivo, non reperibile in Italia, capace di ridurre drasticamente in consumo elettrico. Secondo quanto scritto sulla pagina, un cliente dell’elettricista gli avrebbe mostrato questo dispositivo durante l’installazione del contatore: nonostante in una giornata avesse utilizzato macchinari molto avidi d’energia, il lettore mostrava un consumo di 5-6 volte minore. Al termine del messaggio viene fornito l’indirizzo ad un sito web che permette di acquistare il dispositivo, ma le segnalazioni di truffa sulla pagina stessa sono tantissime. Quasi due anni fa si era occupato di questo oggetto anche Altroconsumo, che in un articolo spiegava la sua totale inefficacia.

3) Non rispondere a questi numeri!

Il programma di messaggistica Whatsapp sembra ormai essere diventato la piattaforma preferita per le vecchie catene di Sant’Antonio, che per qualche anno sembravano essere diminuite, almeno nella rete. Tra potenziali truffe o collegamenti a indirizzi che provano a sottrarre dati sensibili, ci sono anche messaggi che diventano virali facendo leva sull’allarmismo, spaventando le persone con minacce che però sono inesistenti. In questi giorni, ad esempio, qualche vostro contatto potrebbe avervi inviato un messaggio, avvertendovi di una lista di numeri pericolosi, a cui bisognerebbe evitare di rispondere. In caso contrario, infatti, un gruppo di presunti hacker potrebbe, in soli tre secondi di chiamata, riuscire ad impossessarsi dei vostri dati bancari e della vostra carta di credito.

Il messaggio è la traduzione di una bufala circolata negli Stati Uniti e chiamata One Ring Scam, svelata dal sito specializzato Snopes. L’unico rischio può essere dovuto alla poca accortezza di chi utilizza lo smartphone. Capita infatti di trovare chiamate senza risposta da numeri sconosciuti e molto strani: in questi casi bisogna sempre evitare di richiamare, perché non si può mai sapere se il numero contattato abbia meccanismi di tariffazione maggiorati.

4) Debora Serracchiani in lacrime: «Non arrivo a fine mese»

La cronaca recente ha mostrato alcune testimonianze di personaggi una volta sulla cresta dell’onda che, per sfortune o cattive gestioni economiche, si sono trovati sull’orlo della bancarotta. C’è chi ha avuto problemi con il fisco, chi è andato in pensione senza riuscire ad accantonare qualche fondo di sicurezza per la vecchiaia e chi è costretto dalla giustizia a pagare i propri debiti con pesanti trattenute sul proprio stipendio.

Secondo quanto riportato da alcuni blog, anche la Governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, sarebbe in difficoltà economiche, nonostante il generoso compenso percepito ogni mese. L’esponente del Partito Democratico avrebbe rivolto una vera e propria supplica durante il Consiglio Regionale, spiegando che i 12mila euro percepiti non le basterebbero per arrivare a fine mese. Le reazioni sui social sono state molto dure, e come accade spesso in questi casi, non si sono risparmiati insulti molto pesanti.

Soltanto qualcuno si è premurato di approfondire la fonte della notizia, evidentemente molto strana. Come prevedibile si trattava di una bufala, totalmente inventata da uno degli ormai noti siti che dichiarano di fare “satira”, ma che di fatto finiscono per aizzare gli animi di chi ha già poca simpatia per la classe politica italiana.

5) La vendetta di Draghi per la vittoria del No al referendum

Il referendum costituzionale si è svolto da più di due settimane e si fatica a intuire il futuro politico del nostro Paese, ancora in bilico tra la scelta di andare a elezioni anticipate o di portare la legislatura fino alla sua naturale fine nel 2018. Il mondo della finanza non sembra aver avuto eccessivi scossoni a causa della vittoria del No, ma secondo quanto scritto da alcuni siti, le conseguenze sul nostro Paese potrebbero arrivare per una sorta di vendetta. Il Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, avrebbe infatti poco gradito il risultato delle urne, tanto da predisporre una manovra economica per punire gli italiani. La vittoria della Brexit e la bocciatura della riforma costituzionale in Italia avrebbero spinto Draghi a misure drastiche, volte ad impoverire ulteriormente le classi meno agiate, in particolare tagliando il piano di Quantitative Easing, che è stato istituito per stimolare la ripresa economica.

La notizia è completamente inventata, il Presidente della BCE infatti il 3 dicembre, giorno prima delle votazioni in Italia, ha confermato il piano e promosso altre misure di supporto all’economia nell’Eurozona.


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