l'indagine

Lavoro nero a meno di un euro all'ora fornito da una ditta "fantasma": nei guai 50enne

La Polizia Locale del Corpo intercomunale del Montorfano ha incastrato un'azienda che forniva lavoro nero a domicilio in una palazzina di Coccaglio.

Lavoro nero a meno di un euro all'ora fornito da una ditta "fantasma": nei guai 50enne
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Dieci euro al giorno per più di dodici ore di lavoro nero svolto a domicilio e per conto di un imprenditore 50enne di Cologne, che portava a casa di alcuni ghanesi sacchi e sacchi di guarnizioni da lavorare a mano.

Lavoro nero a meno di un euro all'ora fornito da una ditta "fantasma"

Durante il controllo del territorio gli agenti, sotto la direzione del comandante Luca Leone, hanno fermato e identificato il titolare di un'azienda che presta manodopera industriale mentre era intento a consegnare del materiale per il lavoro a domicilio in un palazzo di Coccaglio. Nell’edificio residenziale, dove vivono cittadini originari del Ghana, venivano lavorate manualmente delle guarnizioni in gomma per poi essere restituite all'imprenditore 50enne residente a Cologne.

Dall'indagine si è scoperto che l’attività si ripeteva settimanalmente da alcuni mesi senza che nessuno fosse stato regolarmente assunto. Gli uomini prestavano la loro manodopera per circa 13/14 ore al giorno, con una paga giornaliera di soli 10 euro: meno di un euro all’ora. Ma non solo, l'attività veniva svolta nei sotterranei del palazzo e nei box auto, per evitare di essere scoperti da eventuali controlli.

La sede della ditta in un garage privato

Dati gli sviluppi delle indagini, dopo aver scoperto il giro di lavoro nero a Coccaglio, il comandante Leone ha deciso di effettuare un sopralluogo nella sede della ditta e, con sorpresa, una volta giunto a Cologne ha riscontrato che non esisteva alcuna sede legale, ma il 50enne utilizzava un box privato quale magazzino per la merce e gli attrezzi e per le lavorazioni. Il garage veniva impiegato in violazione della destinazione d’uso dell'immobile e senza aver ottenuto il permesso dal Comune. L'attività "fantasma", tra l’altro, non era nemmeno stata avviata con regolare comunicazione all'ufficio Commercio.

Il titolare dell'azienda è stato denunciato per sfruttamento del lavoro e di manodopera, nonché per violazione del Testo unico sull'Edilizia e rischia, in caso di condanna, la reclusione fino a sei anni e un'ammenda fino a 50mila euro, oltre alla sanzione amministrativa per l'inottemperanza alla presentazione della comunicazione di inizio attività. Il fascicolo verrà poi spedito all'ispettorato del lavoro di Brescia che potrà emettere, a carico del titolare dell'azienda, l'obbligo di assunzione dei lavoratori.

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