«Lavorare per vivere»: oltre 150 ambulanti scendono in piazza a Brescia
«Lavorare per vivere», scritto su una grossa ed eloquente croce esposta a pochi metri dal palco della manifestazione. E’ questo il messaggio lanciato dai venditori ambulanti, stremati, scesi in piazza a Brescia giovedì 8 aprile.

«Lavorare per vivere»: oltre 150 ambulanti scendono in piazza a Brescia.
«Lavorare per vivere», scritto su una grossa ed eloquente croce esposta a pochi metri dal palco della manifestazione. E’ questo il messaggio lanciato dai venditori ambulanti, stremati, scesi in piazza a Brescia giovedì 8 aprile.
Nella mattinata di protesta, oltre un centinaio le persone presenti, che mantenendo il distanziamento e la mascherina hanno fatto sentire la propria voce nel cuore della città, quando proprio a pochi metri altri venditori ambulanti (ma alimentari) svolgevano la propria attività.
Gli interventi
«Il nostro appello è uno solo: vogliamo lavorare - ha spiegato in apertura di assemblea la presidentessa regionale Goia Paola Bergamaschi -. Il nostro settore è una vergogna solo italiana: siamo all’aperto, dove è stato dimostrato che i tassi di contagiosità sono vicini allo zero, eppure dobbiamo rimanere chiusi, mentre la gente si affolla nei supermercati al chiuso e nei centri commerciali. E’ ora di dire basta a tutto questo. I ristori sono stati una miseria e non è quello che chiediamo: noi vogliamo l’elemosina, ma solo poter lavorare per mantenere le nostre famiglie e i nostri figli».
«La classe politica è semplicemente inadeguata - rincara la dose Roberta Mattioli, ambulante giunta da Milano -: gli unici non essenziali qui sono loro. Cambiano i governi, ma le cose sono rimaste le stesse e il nostro settore non so come riuscirà a rialzarsi senza immediate riaperture».
«Siamo davvero esausti - conferma Dante Fiorina, tra gli organizzatori -. Stiamo portando il nostro appello nelle piazze di tutta Italia e vogliamo che sia ascoltato. Siamo gente per bene, che chiede misure ragionate: chiudere un posto di lavoro all’aperto e mantenere aperto posti del medesimo lavoro al chiuso è semplicemente inaccettabile. La situazione economica è ormai insostenibile: stiamo facendo debiti per pagare le tasse: il commercio ambulante è stato messo all’ultimo posto».
Un gradito fuori programma è stato l’intervento del consigliere comunale Gianpaolo Natali: «Quest’anno di Covid ha certificato il fallimento della politica italiana - ammette -: la gente chiede di lavorare e la classe politica deve ascoltare e risolvere questi problemi, per questo sono al fianco di queste manifestazioni pacifiche». Gli organizzatori, al termine della manifestazione, han consegnato al Prefetto di Brescia una lettera chiedendo immediate riaperture: il settore è nel baratro.
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