Latitante finisce dietro le sbarre: è stato beccato a Chiari

Anche una clarense residente in Svizzera è stata denunciata per favoreggiamento.

Latitante finisce dietro le sbarre: è stato beccato a Chiari
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Latitante finisce dietro le sbarre: è stato beccato a Chiari. E' stato beccato mentre circolava liberamente a bordo di una macchina di lusso.

Latitante beccato a Chiari

Avrebbe dovuto essere da quasi due anni dietro le sbarre, invece circolava liberamente, anche per le vie di Chiari, a bordo di una macchina di lusso.
I carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Chiari, comandata dal maggiore Carlo Pessini, lunedì pomeriggio hanno arrestato M.C., imprenditore latitante classe 1958 di Casazza (Bergamo), che era ricercato dall’aprile del 2018. Sulla sua testa pendeva un’ordinanza di carcerazione di 9 anni e 8 mesi.

Il fatto

L’uomo era finito nei guai per reati di natura finanziaria e tributaria. Sicuramente non di poco conto, visto che la Procura della Repubblica del Tribunale di Milano quasi due anni fa aveva emesso nei suoi confronti un’ordinanza per esecuzione di pene concorrenti pari a circa 10 anni di reclusione. Ma il bergamasco, come se niente fosse, in questi due anni ha fatto perdere le sue tracce. Ma lunedì l’uomo è stato fermato dai militari per un controllo in piazza Martiri della Libertà a Chiari, mentre stava circolando a bordo di una Maserati. Al suo fianco c’era una donna, classe 1963, residente in Svizzera, ma originaria di Chiari.
Il latitante ha fornito la carta d’identità alle Forze dell’Ordine tranquillamente. Evidentemente era sicuro di farla franca, di passarla liscia e di non essere riconosciuto. Invece, i carabinieri del Nucleo operativo hanno proceduto a dei controlli mirati, risalendo alla vera identità della persona che avevano davanti.

L’arresto

Per lui sono scattate subito le manette: l’ordinanza è stata eseguita e il 62enne è stato portato in carcere a Brescia. Ma non solo: è stato arrestato anche per essere stato trovato in possesso di un documento valido all’espatrio e per aver fornito ai militari false generalità. Il nome non era inventato, ma apparteneva a una persona realmente esistente: ovviamente il documento è stato poi contraffatto con una nuova foto. Per questi reati l’uomo, il giorno dopo, è stato portato in Tribunale a Brescia per il processo per Direttissima: il giudice ha convalidato l’arresto e disposto i termini a difesa.

Favoreggiamento

L’auto di lusso che guidava è intestata alla donna e per questo motivo non è stata sequestrata dai carabinieri della Compagnia di Chiari che hanno eseguito l’arresto dell’uomo. La clarense residente in Svizzera è stata, però, denunciata per favoreggiamento.

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