Spettacoli viaggianti

L'appello della Famiglia Morandi, dall'800 artisti del divertimento e giostrai

«Voglio ringraziare innanzitutto i comuni e i sindaci che non ci hanno negato l'ospitalità, Calcinato, Castiglione, Bedizzole, Manerba, Chiari, Adro e hanno permesso a molti miei colleghi di sostare fino a fine emergenza,

L'appello della Famiglia Morandi, dall'800 artisti del divertimento e giostrai
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Famiglie bloccate nel paese in cui avrebbero dovuto allestire il prossimo luna park, costi di gestione per assicurazioni e occupazioni del suolo da sostenere, fondi che non arrivano e speranze che diventano sempre più flebili. E' il difficile panorama che stanno vivendo le migliaia di famiglie di giostrai fermi da mesi per l'emergenza Coronavirus e che mancano di certezze per il futuro imminente.

Artisti dello spettacolo viaggiante, una categoria dimenticata

Una stagione che avrebbe già dovuto essere iniziata per loro, artisti dello spettacolo itinerante, consapevoli del momento storico ma anche in estrema difficoltà per la situazione economica che molti di loro vivono. A raccontare una situazione che vale per la maggior parte di loro è Marco Morandi, storico giostraio di Calcinatello, la cui famiglia aveva iniziato a fine 800 a divertire le corti del nord Italia con gli spettacoli di mangia fuoco, cartomanti e teatro itinerante per poi dopo la metà del '900 investire nei luna park amatissimi dai piccoli.

Marco Morandi, una storica famiglia di giostrai

«Voglio ringraziare innanzitutto i comuni e i sindaci che non ci hanno negato l'ospitalità, Calcinato, Castiglione, Bedizzole, Manerba, Chiari, Adro e hanno permesso a molti miei colleghi di sostare fino a fine emergenza, in alcuni casi anche aiutando concretamente con beni alimentari e piccole forme di sostentamento. Ma serve di più, serve un aiuto concreto dallo Stato o dalle Regioni affinché si possa attendere la fine di questo momento, non vogliamo aprire per forza, siamo disponibili ad attendere tempi migliori anche perché le normative restrittive che potrebbero esserci nei prossimi mesi rischiano di farci affondare completamente. Costi di manutenzione, assicurazioni delle installazioni, distanziamento e riduzione degli accessi, sono tutte misure giustissime ma che purtroppo finirebbero per gravare ulteriormente sotto il profilo economico. Sono settimane che non dormo tranquillo, il pensiero va ai miei figli che lavorano con me, ai miei nipoti, e alla difficoltà di riprendere la nostra attività che ci ha permesso di vivere fino ad ora. Per questo chiediamo un aiuto concreto, come la sospensione delle assicurazioni, o l'annullamento delle tariffe che saremmo destinati a pagare per il suolo pubblico nel caso avessimo installato i nostri giochi, ma purtroppo così non è stato».

 

 

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