Lancio di molotov al centro vaccinale: in carcere due no vax
Due bresciani sono indiziati dei delitti di atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi e porto e detenzione di armi da guerra.
I fatti risalgono allo scorso sabato 3 aprile. Due bottiglie incendiarie erano state lanciate contro il centro vaccinale di via Morelli, a Brescia. La struttura, fortunatamente, non aveva subito grossi danni e poche ore dopo l'increscioso episodio aveva ripreso a funzionare correttamente. Esattamente un mese dopo, sono stati arrestati i due responsabili.
Lancio di molotov al centro vaccinale: in carcere due no vax
Due no vax. Ecco chi si celava dietro l'attacco al centro vaccinale di via Morelli. In carcere sono finiti Paolo Pluda (di Brescia) e Nicola Zanardelli di (Monticelli Brusati).
Le indagini, condotte in tempi brevi anche mediante il ricorso alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, si sono subito concentrate sull’analisi dei sistemi di videosorveglianza e rilevazione targhe dei veicoli presenti sul territorio del Comune di Brescia, consentendo di individuare quello utilizzato dai rei per raggiungere l’area teatro del fatto criminoso e indirizzare le investigazioni sulla figura di Paolo Pluda, il quale, sebbene incensurato e mai emerso in indagini di criminalità eversiva, evidenziava una convinta adesione alle tesi negazioniste e no vax , con una marcata ostilità nei confronti delle Istituzioni in relazione alla gestione della crisi sanitaria in atto.
L'arresto
Nella mattinata odierna, sabato 1 maggio, i Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Brescia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere (emessa dal Gip del Tribunale di Brescia Alessandra Sabatucci, su richiesta della Procura della Repubblica diretta da Francesco Prete), nei confronti di Paolo Pluda, classe 1969, di Brescia e Nicola Zanaedelli, cl.1970, di Monticelli Brusati (Brescia), gravemente indiziati dei delitti di atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi e porto e detenzione di armi da guerra commessi ai danni del centro vaccinale di via Morelli a Brescia. Contestualmente, sono state eseguite nelle province di Brescia e Verona delle perquisizioni nei confronti di alcune persone rientranti nel circuito relazionale degli indagati.
In particolare, il provvedimento cautelare è il risultato delle indagini condotte dal Dipartimento antiterrorismo della Procura di Brescia e dai Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Brescia, coordinati dal sostituto procuratore dott. Francesco Carlo Milanesi e dall’aggiunto dott. Silvio Bonfigli, sull’attentato perpetrato in danno del centro vaccinale di via Morelli a Brescia lo scorso 3 aprile, allorquando due individui lanciavano due ordigni incendiari del tipo “molotov” che causavano dei danni ad uno dei padiglioni del complesso.
Le indagini
L’incendio alimentato dagli ordigni, non propagatosi all’intero padiglione solo per la resistenza ignifuga della tensostruttura e per altre cause fortuite, era potenzialmente idoneo a causare danni devastanti alla struttura nella quale erano stoccate diverse centinaia di dosi di vaccino nonché altro materiale infiammabile, danni che avrebbero potuto ripercuotersi negativamente sulla campagna vaccinale anti Covid. A pochi metri dal principio di incendio corrono cavi elettrici che se fossero stati interessati dalle fiamme avrebbero interrotto l’alimentazione della catena del freddo così rendendo inutilizzabili i vaccini. Nel sito colpito vengono infatti somministrate circa 1000 dosi di vaccino al giorno.
Le indagini consentivano inoltre di individuare anche Nicola Zanardelli, soggetto appartenente alla cerchia relazionale di Pluda e risultato anch’egli convintamente orientato, dal punto di vista ideologico, verso le interpretazioni più violente ed oltranziste delle tematiche populiste, no vax ed anti-istituzionali, manifestate in particolare attraverso il web e i social networks. La svolta nelle indagini avveniva dall’isolamento di alcune immagini che fornivano la prova della preparazione degli ordigni da parte degli indagati.
La volontà di sabotare la campagna vaccinale (erano no vax)
Dalle risultanze investigative è emersa la chiara volontà dei presunti attentatori di bloccare e sabotare la campagna vaccinale in corso, intimidendo la popolazione ed alimentando il clima d’incertezza del particolare momento storico, nonché di reiterare nel breve termine ulteriori azioni violente e di danneggiamento. È significativo infatti la circostanza che il Pluda la mattina poco prima dell’attacco abbia postato sul proprio profilo Facebook la frase “se vogliamo distruggere il nemico dobbiamo usare la stessa arma “la paura” e la loro paura è la nostra unione. Non ci sono altre soluzioni”.
L'attacco
Era il 3 aprile. Alle 6.15 circa, a Brescia, i militari della Sezione Radiomobile erano ì intervenuti in via Morelli dove, verosimilmente poco prima, qualcuno aveva lanciato una bottiglia incendiaria contro una tendostruttura del locale centro vaccinale. I danni, fortunatamente, si erao limitati ad un lato della struttura; si trattava di quella che ospita una sala mensa per gli operatori e non contiene vaccini. I fatti non avevano intaccato i materiali presenti all’interno. Anche la Sala operativa del Comando dei Vigili del Fuoco di Brescia era stata allertata per un principio d’ incendio al centro vaccinale di via Morelli. Era intervenuta la squadra operativa per domare le fiamme e in supporto le squadre NBCR (nucleare, biologico, chimico e radiologico). Sul posto anche il funzionario di Guardia e gli esperti NIAT (Nucleo Investigativo Antincendio Territoriale) per far luce sulle cause dell’ incendio, che fin da subito sono appars dolose. I tecnici del Comando di via Scuole in collaborazione con i Carabinieri e la Polizia Locale dopo aver fatto le indagini del caso, alle 9.20 avevano dato l 'ok per la riapertura del centro.