La vita di Ivano dopo il trapianto di cuore

La testimonianza del lenese Ivano Saletti a dodici anni dal trapianto raccontata su Rai Tre

La vita di Ivano dopo il trapianto di cuore

La vita di Ivano dopo il trapianto di cuore

«Un trapiantato di cuore qui su questa montagna in bicicletta: impossibile». Questa la frase che spesso si è sentito dire il lenese Ivano Saletti, che ha riscoperto proprio dopo aver avuto in dono il suo cuore nuovo la passione per la bicicletta. E la sua incredibile storia l’ha raccontata sabato sera alla trasmissione televisiva «Ulisse» su Rai Tre. Il tutto in occasione del cinquantesimo anniversario del primo trapianto di cuore della storia. Una delle più sconvolgenti conquiste mediche dell’ultimo secolo: quella di far vivere una persona togliendole il cuore malato e mettendovi al suo posto il cuore di un altro. Una cosa che mai nessuno in passato avrebbe potuto neppure immaginare e che fu realizzata per la prima volta nel dicembre del 1967 da uno sconosciuto chirurgo sudafricano entrato poi nella storia, Christiaan Barnard.

A dodici anni dall’operazione

E anche Ivano, che ora ha 47 anni, ha subito un trapianto di cuore, esattamente dodici anni fa. Proprio al termine di una gara a 14 anni il suo cuore impazzisce, tachicardia, non reggeva più allo sforzo e ai ritmi da atleta. Dopo quella notte in ospedale, altri arresti cardiaci hanno costretto Ivano ad abbandonare l’agonismo. Anche fare le cose più semplici come una passeggiata o sollevare un peso gli risultava impossibile. Fino alla telefonata che nel maggio 2005, quando ormai le speranze di ricevere la telefonata dal centro trapianti sembrano affievolirsi. In quel momento si riaccende la speranza e ha il via la sua seconda vita.  Ed ora si è fatto portavoce e testimone di quanto importante e speciale sia il dono e quante vite possono rinascere grazie ad un organo nuovo. «Il mio auspicio è che testimoniare il mio ritorno alla vita possa essere un aiuto per chi è in attesa di un cuore nuovo e ancora non vede una luce in fondo al tunnel» ha detto Ivano.

Una seconda vita

«Io dopo il trapianto ho ricominciato ad andare in bicicletta – ha detto Saletti – E mi capita, quando faccio le salite impegnative e solo al limite, di parlare con il mio donatore: dài, dài che ce la facciamo, dài che insieme ce la facciamo, dài, dammi ancora un bel battito e quando sono lassù due lacrime mi scendono sempre perché penso siamo in due. Al mattino quando mi sveglio il mio primo pensiero va a lui, perché tutto quello che faccio lo devo al mio donatore. Non posso solo che ringraziarlo per ogni giorno che vivo». Una vita resa ancora più preziosa dalla presenza al suo fianco della moglie Tiziana, inseparabile compagna, che lo ha sostenuto in questo lungo percorso di rinascita. «La gente quando sa che ho fatto il trapianto di cuore rimane stupefatta e quando corro in bici mi da’ delle pacche sulla schiena e mi incoraggia» ha ricordato Ivano. Il lenese negli anni ha portato a termine imprese ciclistiche ottenendo lo Scudetto Prestigio, partecipando a 14 granfondo ciclistiche in un anno.