La scrittura come lotta per la vita, la storia di Daniela

La scrittura come lotta per la vita, la storia di Daniela
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L’urto è stato forte, pazzesco, improvviso. Un boato che le ha stravolto la vita con una sola parola, ma proprio le parole poi sono riuscite a salvarla dall’autodistruzione, mostrandole una nuova via. Daniela Bottarelli ha presentato il suo libro «Ho riscoperto il profumo della mia pelle». Si tratta di una raccolta di poesie scritte nelle fasi più acute della malattia ma non vuole essere solo il racconto delle emozioni e sensazioni provate dall’autrice bensì una mano tesa a chi, come lei, non è forse stata fortunata, ma di certo è determinata a non arrendersi. 

Il nutrito gruppo di spettatori la osservava come se fosse un animale raro, incredibile. Una reazione chimica che a tratti sembra una magia. Eppure proprio lei, in quella stanza era probabilmente la più fragile. Con quella diagnosi che sembrava non volerle dare scampo quattro anni fa, a soli 25 anni: carcinoma gastrico metastasico al quarto stadio. Una sentenza cui all’inizio stava per arrendersi, remissiva, ma che in seguito ha capito di dover contrastare con tutte le sue forze. Le stesse forze che lei, con il suo carattere estroverso elargiva ai ragazzi con la sua attività di educatrice in una comunità di malati terminali a Brescia. E’ soprattutto grazie alla scrittura che riesce ad assorbire l’urto, a tirare fuori una forza sovrumana che non sapeva quasi di avere, una resilienza che la porta oggi a dire «Non chiamatemi malata, sono una scrittrice».

Rifiuta ogni preconcetto e insiste ad essere separata da quell’etichetta che le si è appiccicata addosso come una seconda pelle, un bozzolo. In cui tuttavia lei è restata integra. «Voglio che restino due cose totalmente separate ed è quello che voglio far capire a tutti quelli che riuscirò a raggiungere con le mie parole. Noi non siamo la malattia: è solo un accessorio che ci portiamo dietro, che ci dà delle scocciature di tanto in tanto ma è necessario ritrovarsi e vivere, nonostante tutto. Come dopo un lutto. Portando l’esperienza sempre dentro di sè ma facendone ricchezza» ha spiegato la scrittrice. La sua lotta contro il cancro non è ancora terminata ma la forza che ha scoperto dentro è destinata a contagiare, in bene, molti altri. Proprio da pochi mesi ha dato alla luce una seconda fatica letteraria, un giallo, «Metamorfosi omicide» (Marco Serra Tarantola Editore). 300 pagine che rivelano la sua innata indole di autrice e psicologa del corsivo.


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