La risposta dei cacciatori alla "Caccia alla volpe"

«Innanzitutto come lettore ,ringrazio Montichiari Week per garantire il pluralismo di idee e di opinioni su qualsiasi argomento. Detto questo mi presento: sono il Presidente della Sezione Cacciatori Federcaccia di S.Antonio-Ro-Vighizzolo ,tre frazioni di Montichiari per chi non ne fosse a conoscenza, che raccoglie più di 100 iscritti.
Mi sono deciso a scrivere, a fronte di alcuni articoli apparsi sul settimanale, riferiti alla caccia ed ai cacciatori, trattando argomenti, secondo il mio punto di vista, in modo incompleto, con informazioni e considerazioni soggettive ,senza fornire dati ed elementi obbiettivi e permettere ai lettori un giudizio imparziale sugli argomenti trattati. Ultimo, un articolo pubblicato il 03 febbraio scorso ,dove in prima pagina compariva una volpe abbattuta, con relativo articolo che non lasciava dubbi sulla presa di posizione nei confronti della Caccia e dei Cacciatori.
E’ molto facile e di effetto limitarsi a riportare quanto si legge nell’articolo ma, per dare il giusto peso alle cose, ci sono una serie di considerazioni da fare in merito all’argomento. La volpe, a differenza di quanto riportato nell’articolo dove si parla di “ricomparsa” non è mai stata una specie autoctona nella Pianura Padana. In 50 anni di pratica venatoria , se non negli ultimi anni, non ho mai avuto occasione di sentire di incontri con questo selvatico nelle nostre brughiere.
Sono comparse negli ultimi anni a causa di una espansione territoriale incontrollata motivata dalla mancanza di nemici naturali e da una colonizzazione delle aree antropizzate nelle quali sono proliferati rifiuti abbandonati , discariche e zone verdi integrate nelle città.
Ambiente innaturale per molti animali, ma comodo e sicuro. Senza nessun controllo demografico è chiaro che il numero delle volpi risulti in crescita a dismisura ed è per questo che la Provincia è giunta alla decisione di abbattimenti di selezione che come logica, vengono eseguiti da cacciatori. Chi esegue gli abbattimenti, sono squadre autorizzate che hanno seguito un corso specifico sui nocivi, (perché così è identificata attualmente la volpe) e devono sottostare a modalità e procedure specifiche, dichiarando gli abbattimenti eseguiti.
E’ normale come effetto collaterale, che risulti salvaguardata la selvaggina, in quanto le volpi si dedicano a predare soprattutto i soggetti giovani di lepri, fagiani che vengono ripopolati dalle associazioni Venatorie e dagli Ambiti Venatori Territoriali. Ci sono molti altri esempi di animali in espansione incontrollata : nutrie, corvi, gazze, storni dove per alcune di queste specie è stato addirittura chiesto l’aiuto dei cacciatori per contenerne il numero a causa dei danni provocati. Non scarichiamo sulla caccia i problemi di una gestione irresponsabile del territorio. Abbiamo distrutto l’ambiente della brughiera monteclarense, riempiendolo di discariche, strade e fabbricati per cui abbiamo almeno la decenza di non essere ipocriti. Smettiamo di dipingere i cacciatori come persone grette, ignoranti e assetate di sangue, è un luogo comune che bene si concilia con gli “integralisti” dell’ambiente, ma credo in molte persone di buon senso che, se correttamente informate ,possono valutare le cose in modo diverso. E’ fisiologico che sulla quantità, ci siano dei cacciatori che non rispettano le leggi severe e restrittive con cui è gestita la caccia in Italia . Le associazioni venatorie non difendono questa categoria di cacciatore, anzi cercano di isolarlo.
Generalizzare l’opinione su tutti i cacciatori, è sintomo di superficialità e mancanza di giudizio. Tutti i giorni ,leggiamo di automobilisti, medici, politici, artigiani ecc. senza etica e moralità, ma questo non ci autorizza a generalizzare sulle categorie. Concludo con la convinzione, di quanto risulti utile e necessario essere obbiettivi nelle cose e informarsi prima di dare giudizi in merito a qualsiasi argomento, senza farsi condizionare dalle molte “volpi” dell’informazione presenti».