Coronacosa?

La pizzeria era aperta e c'era pure un lavoratore in nero: chiusura e doppia multa

E’ finito nei guai il titolare del locale, un egiziano sorpreso dalla Guardia di finanza del Comando provinciale di Brescia a esercitare normalmente la propria attività commerciale in barba al decreto del presidente del Consiglio.

La pizzeria era aperta e c'era pure un lavoratore in nero: chiusura e doppia multa
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Il locale era aperto, nonostante i divieti, e all’interno c’era anche un lavoratore in nero, perdipiù residente in un altro Comune. E’ finito nei guai il titolare di una pizzeria di Rezzato, un uomo di nazionalità egiziana che è stato sorpreso dalla Guardia di finanza del Comando provinciale di Brescia a esercitare normalmente la propria attività commerciale in barba al decreto del presidente del Consiglio legato al Coronavirus.

Solo consegne a domicilio

Come tutti sanno, infatti, pizzerie e ristoranti possono solo preparare pasti e consegnarli a domicilio. I finanzieri hanno invece trovato la pizzeria aperta, con tanto di insegna luminosa accesa in vetrina. Oltre il titolare, all’interno del locale è stata identificata anche un’altra persona, che autocertificava la propria presenza, fuori dal proprio domicilio, adducendo ragioni di lavoro come dipendente.

E' bastato un rapido controllo per verificare che il lavoratore era privo di contratto di lavoro e che, pertanto, prestava la propria attività in nero. I finanzieri hanno quindi disposto la chiusura dell’esercizio commerciale per cinque giorni e multato il titolare per la violazione degli obblighi di sospensione dell’attività di ristorazione aperta al pubblico (l’ammenda va da 400 a tremila euro) . La Prefettura di Brescia, successivamente, potrà anche disporre una sanzione accessoria della sospensione, in proroga, dell’attività d’impresa fino ad un massimo di 30 giorni che, naturalmente, sarà efficace dal momento in cui tornerà consentita l’apertura al pubblico degli esercizi commerciali. Per quanto riguarda il lavoro nero, una volta completati i riscontri, arriverà un’altra sanzione amministrativa, che va da un minimo di 1.800 a un massimo 10.800 euro.

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