La malattia della mamma e l'amore di un figlio diventano un podcast
Stefano Cogno è il protagonista di "Settelettere" per sensibilizzare sull’Alzheimer e le demenze
Per ogni persona affetta da demenza ve n’è almeno un’altra che soffre: e se è sempre più difficile il ruolo del caregiver, o assistente familiare, è altrettanto vero che le reti di sostegno, da parte di istituzioni o associazioni, stanno favorendo un certo aiuto palpabile e concreto. A Montichiari è nota la situazione di Mamma Marina, Tiziana all’anagrafe, che da una decina d’anni si trova a convivere con la sindrome di Alzheimer, in lei partita ancora in età relativamente giovane, a soli 60 anni.
Stefano Cogno è il protagonista di «Settelettere» per sensibilizzare sull’Alzheimer e le demenze
A prendersi cura è la sua famiglia e in particolare Stefano Cogno, il figlio maschio, chef presso il ristorante Faro dove è ancora in corso la vendita di tiramisù, da lui ideata, per sostenere la lotta contro questa patologia. Stefano si sta dedicando anima e corpo a colei che gli ha dato la vita non solo prestandole tutte le cure del caso, giorno dopo giorno e cercando di alleviarne la sofferenza ma anche organizzando eventi e convegni appoggiandosi a realtà come il Comune e la Fondazione Fatebenefratelli di Brescia per far sì che sempre più persone siano portato a conoscenza della demenza e di ciò che è possibile fare per chi ne è affetto. Stefano è ora protagonista di un podcast, realizzato da Barbara Fornasier per il blog Settelettere, dedicato proprio a tutte le forma di patologie neurodegenerative. Con il doppiaggio di Carlo Maria Dossena, voce acuta e penetrante, l’audio raccoglie tutta l’esperienza nell’accudimento della mamma, con quella delicatezza e sensibilità che sono necessarie quando si devono trasmettere casi come questi.
"Nelle scorse settimane – spiega Stefano – sono stato contattato da Barbara per registrare la mia esperienza. Ho subito accettato perché, come sanno coloro che mi conoscono, quando si parla di Alzheimer e demenza io, noi caregiver ci siamo sempre. Sia lei sia Michela Morutto, l’altra protagonista del blog, hanno infatti familiari con queste patologie e sono dunque al corrente di ciò che viviamo".
Poi qualcosa ha cominciato a non tornare
Il podcast porta in luce il quotidiano della famiglia Cogno, le atmosfere che si respirano, gli sguardi di una mamma senza più memoria, ma anche la sua dolcezza e l’amore che sono linfa vitale, elementi sempre presenti e indispensabili se non per guarire certamente almeno per vincere la tristezza e le difficoltà.
"Mi chiamo Stefano, uno dei due figli di Marina, e ora sono in cucina, tra uova, farina, zucchero e cacao. Parlare di lei mentre preparo un dolce è più semplice – recita il podcast – e se dovessi chiudere gli occhi e pensare a lei prima della diagnosi di demenza fronto-temporale la vedrei nella nostra cucina a imbandire tavolate con parenti e amici. Marina, o meglio Tiziana, è nata nel 1953: il suo mondo prima della malattia era costituito dalla biancheria fresca di bucato che profumava la casa di Vernel, le caroline rosse che amava, la pasta fresca fatta a mano. Ogni pranzo era davvero una festa. Lei aiutava gli altri, le persone sole, i più poveri, gli ammalati, e ciò nel silenzio. Poi qualcosa ha cominciato a non tornare: un giorno, per caso, ho visto preparata una minestra fatta di acqua e qualche verdura invisibile. Non poteva essere. Lì ho capito che dopo i piccoli campanelli d’allarme era accaduto qualcosa. Da lì la trafila che accomuna tutte le famiglie con persone colpite da demenza: medico di base, neurologo, test e nella primavera del 2013 la diagnosi, o meglio, la sentenza. La malattia non ha portato urla, fughe, agitazione: mamma si è semplicemente chiusa nel suo guscio e io, papà e mia sorella siamo gli attenti custodi di questo guscio".
La forza dell’amore vince su tutto e così Stefano continua, instancabile, a testimoniare il bene dato e ricevuto da mamma Marina:
"Io – seguita ancora il podcast – la considero la mia regina. E così dev’essere sempre curata: voglio che sia sempre ben vestita, coccolata. La sera dopo averla preparata per la notte recitiamo le preghiere e mi siedo accanto a lei. Guardando la tv, mentre mi appoggia delicatamente una mano sulle ginocchia, aspettiamo che il sonno arrivi. Qualcuno un giorno, conoscendo come ho stravolto la mia vita per lei, mi ha detto: tu respiri per la tua mamma. L’ho corretto: no, io respiro perché semplicemente mia mamma, nonostante tutto, è ancora accanto a noi".
Stefano, domenica 27 ottobre, sarà a Venezia, insieme con Barbara, Michela e molti altri caregiver provenienti da tutta Italia a un pranzo per raccolta fondi: "A tavola con la demenza", recita il titolo dell’iniziativa. Nella città più romantica del mondo l’amore, stavolta, servirà a lottare per difendere le tante mamme Marina d’Italia.