La grinta di Gaia Minelli

La grinta di Gaia Minelli
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«Bamboccioni a chi?» Sicuramente non si adatta a Gaia Minelli il termine coniato qualche anno fa per indicare la generazione dei ventenni, considerati incapaci di crearsi una propria indipendenza lontani dalla famiglia. Classe 1992, vive da circa un anno da sola e da pochi giorni ha ottenuto una promozione a responsabile di un noto ristorante in centro città, arrivata dopo solo un anno alle dipendenze della catena di ristorazione come cameriera di sala.

«Sono felicissima veramente, anche perché questa promozione dimostra quanto impegno abbia profuso ad un’attività che ho amato da subito. Un anno e mezzo fa frequentavo la facoltà di Lingua e Letteratura per il commercio e il turismo a Verona, mi mancavano due esami e la tesi per concludere il percorso di studi ma, da qualche tempo, ero poco motivata e stanca per una serie di motivi. Avevo lasciato gli esami più impegnativi alla fine ma, principalmente, la normativa sul mio percorso di studi era cambiata, avevo compreso che con la laurea non mi sarebbe più stato possibile percorrere la carriera di interprete che sognavo e questo mi deprimeva non poco. Così, un pomeriggio, mi sono presentata in un’agenzia del lavoro e ho dato un’occhiata alle offerte. Una grande catena di ristoranti avrebbe aperto da lì a poco a Castenedolo e mi sono detta: “Perché no…”. Ho fatto un mese di formazione a Correggio e poi sono stata assunta a tempo indeterminato. Ammetto che non sapevo fare nemmeno il caffè ma la fatica e l’impegno non mi spaventano. Mi sono messa sotto e un anno dopo, eccomi qui! La mia famiglia, forse un po’ delusa all’inizio per l’abbandono scolastico ad un passo dal traguardo, ora è felicissima. Sono fortunata ad avere il loro appoggio perché conta tantissimo per la realizzazione personale come pure lo studio, ma quello fino ad un certo punto. Le lingue e il marketing sono sicuramente le materie che mi sono state più utili a livello lavorativo. La soddisfazione più grande è quando mi prendono per una madrelingua se parlo inglese e spagnolo e i clienti che si ricordano di te, tornano perché si sono trovati bene, vogliono sia tu a seguirli. Lavoro circa 80 ore settimanali, con turni duri ma non sento la fatica. Ovviamente ho poco tempo libero che impegno leggendo romanzi e biografie, visitando gallerie d’arte e mostre che a Brescia non mancano di certo e sono la mia grande passione insieme ai tatuaggi (Gaia ne ha 21 sparsi un po’ su tutto il corpo). Di Montichiari mi manca la famiglia e poco altro.» Prima di salutarla, provocatoriamente, le chiediamo quanto conti la bellezza per avere successo nella vita (Gaia è veramente di una bellezza abbagliante): «La bellezza facilità ma è la forza di volontà che fa la differenza»


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