il ritrovamento

La gatta Margot a «caccia» di falene Sfinge testa di morto: un nuovo esemplare trovato a Verolavecchia

Melania Massaro, zoologa specializzata proprio in lepidotteri del museo di Storia naturale di Brescia ci ha parlato di questo curioso esemplare

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Margot è una bella gatta rossa europea. Fa quello che fanno tutti i gatti: si aggira sonnolenta e altezzosa, come solo i felini sanno fare, sui tetti del paese e ogni tanto porta "regalini" al proprio padrone ormai abituato a questi riti. E a volte i regali sono proprio speciali: una Falena Sfinge Testa di Morto.

Il ritrovamento

"Lo scorso venerdì Margot è arrivata tenendo qualcosa tra i denti che non riuscivo a riconoscere - così Giampietro Baiguera tatuatore di Verolavecchia nonché padrone di Margot, Lupin, un altro gatto rosso, due pastori francesi e qualche tartaruga - L’ho avvicinata: sono riuscito a toglierle un esemplare ancora vivo della falena Sfinge testa di morto di cui avevo appena letto sul giornale".
Un bel esemplare adulto di Acherontia Atropos che deve la sua fama al famoso film il Silenzio degli innocenti e che pochi giorni fa era comparso, ancora nello stadio larvale, in un orto di Manerbio.
"Immediatamente ho realizzato una piccola teca per la falena, le ho messo acqua e zucchero e un po’ di miele - ha continuato Giampietro che ha una vera passione per tutti gli animali - E’ davvero molto bella, misura quasi dodici centimetri e devo dire che mi piacerebbe saperne di più su questa falena".

Falena Sfinge testa di morto

 

E per saperne di più si deve andare dritti alla fonte, che in questo caso è il museo di Storia naturale di Brescia dove la conservatrice Melania Massaro, zoologa specializzata proprio in lepidotteri è ben contenta di dare qualche spiegazione.

"Innanzitutto questa è davvero una buona notizia - ha esordito la dottoressa che dedica gran parte del suo lavoro al monitoraggio degli insetti - Le popolazioni di Acherontia atropos stanno diminuendo, il fatto che si ricomincino a vedere alcuni esemplari è sicuramente un bene". Già perché questa falena non è certo sconosciuta nei nostri territori che frequenta abitualmente da sempre. "L’Acherontia è originaria di un ambiente tropicale, si trova benissimo nel bacino del Mediterraneo da dove però si sposta in cerca di climi più freschi in vista dell’estate".

La falena, supportata da una grande muscolatura, si mette in marcia per un viaggio niente male, arriva fin nel nord Europa, come per

esempio in Scandinavia, e per arrivare fino a lì è necessario passare anche per le nostre zone. Una volta non era così raro vederle, sopratutto "murate" negli alveari. "I lepidotteri mangiano poche cose e selezionate, per esempio si riproducono solo nelle vicinanze delle specie che servono loro per la crescita, l’Acherontia è ghiotta di garofano, patate, tabacco, gelsomino e miele".

Ecco perché la falena Sfinge testa di morto è molto conosciuta dagli apicoltori: si insinua negli alveari, è immune al veleno delle api, per cibarsi di miele. I piccoli insetti impollinatori però non stanno a guardare: la propolizzano, cioè rivestono di propoli che ne causa la mummificazione. In questo modo si sbarazzano della falena, infatti non è insolito ritrovare esemplari di Acherontia negli alveari.

La diminuzione delle popolazioni di questa falena sono da imputare a una storia purtroppo già sentita: inquinamento luminoso, si orientano con la luce della luna, ma se questa non si riesce a vedere a causa delle troppe luci nei paesi l’Acherontia perde l’orientamento. E ovviamente inquinamento dell’aria dovuto specialmente ai pesticidi usati per proteggere le culture. Quindi ricominciare a vedere una falena Sfinge testa di morto è senz’altro un buon segno, non faccia impressione il nome, lo si deve alla fervida immaginazione di qualche naturalista, del resto dopo tanto studio un po’ di "svago" da scienziati è permesso, infatti nella macchia gialla presente sul dorso qualcuno ha visto una sorta di teschio, forse un po’ fantasioso, ma di sicuro impatto mediatico.

La falena catturata da Margot purtroppo non ce l’ha fatta, probabilmente era un esemplare già "ferito" quando il gatto l’ha catturato, la speranza è che queste falene aumentino la loro popolazione, significherebbe che la nostra aria sta diventando più salubre.

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