La comunità salodiana piange lo storico calzolaio Dino Cobelli
Agostino Cobelli, da tutti conosciuto come Dino, si è spento domenica 17 marzo all’età di 88 anni

La comunità di Salò piange la scomparsa di Agostino Cobelli, dai più conosciuto semplicemente come Dino, per tutti lo «scarpulì».
Salò, la comunità piange lo storico calzolaio
Si è spento domenica 17 marzo 2024 all’età di 88 anni. Non si pecca di esagerazione affermando che, con la sua attività di calzolaio, sia riuscito a scrivere un pezzo di storia di Salò. Una storia professionale e di famiglia che vive ancora oggi grazie al figlio Roberto.
Prima di lui il padre, Giuseppe Cobelli, che diede il via all’attività. Allora quindicenne Agostino ha da subito imparato l’attività aiutando il padre in bottega fino a quando è stato chiamato per il servizio di leva. Durante quel periodo il padre Giuseppe venne a mancare: Agostino tornò e prese in mano le redini della bottega che, all’epoca, si trovava in via Butturini. L’attività proseguì poi in centro a Salò per anni. Nel 1983 il figlio di Agostino, Roberto, iniziò ad affiancare il padre imparando il mestiere e portando così avanti la gestione del laboratorio. Nel 1985 l’attività si trasferì in Largo Dante Alighieri, dove si trova oggi. Padre e figlio hanno lavorato fianco a fianco fino al pensionamento di Dino. Successivamente fu Roberto a prendere in mano l’attività che resta ancora oggi un punto di riferimento per Salò. «Nonostante il pensionamento – ha ricordato il figlio Roberto – mio papà non rinunciava a passare quotidianamente nella sua “amata” bottega». Quest’ultima, infatti, non rappresentava per lui solo il luogo di lavoro ma un importante punto di ritrovo.
Il cordoglio
Numerosi sono stati i messaggi di cordoglio che sono giunti una volta appresa la notizia della sua dipartita:
«Lo ricordo sempre al lavoro e sempre con il sorriso»; «Il tuo sorriso resterà per sempre impresso nel mio cuore»; «Un altro personaggio storico di Salò che va lassù»; «Quante scarpe da calcio mi hai sistemato!»; «Un artista di semplicità»; «Era il calzolaio di tutta Salò»; «Lo ricorderemo con tanto affetto»; «Un salodiano Doc, è stato chiamato a risuolare le scarpe in paradiso». Non mancano poi gli aneddoti: «Ricordo che quando si entrava nella bottega per ritirare le proprie calzature e gli si chiedeva “Sono pronte le scarpe?”, lui rispondeva in dialetto: “Iè en bagna che le se süga”».
Si è inoltre spesso dilettato a giocare a calcio.
«Partecipava ai tornei organizzati negli oratori – ha ricordato il presidente dell’A.C.Benaco Salò Marco Tonoli – giocava nel Gruppo Operai (GO)».
L'ultimo saluto
L’ultimo saluto si è tenuto martedì 19 marzo nella chiesa di Campoverde. Dopo la cerimonia il feretro è stato trasportato al tempio crematorio di Brescia. Come si legge nel necrologio, i familiari hanno voluto ringraziare i medici e il personale della Casa di Riposo di Salò Residenza gli Ulivi «Per le premurose cure prestate».
A piangerlo la moglie Giulia, i figli Roberto e Cristina, la nuora Orietta e il genero Marco unitamente ai nipoti e pronipoti.