La comunità di Rovato piange la centenaria di Lodetto

Il funerale di Francesca Belleri è stato celebrato oggi. Ad aprile avrebbe compiuto 101 anni.

La comunità di Rovato piange la centenaria di Lodetto
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L'ultimo saluto della comunità di Lodetto a Francesca Belleri. Da qualche anno era ospite alla Casa di riposo Lucini Cantù.

La comunità di Rovato piange la centenaria di Lodetto

Sono stati celebrati oggi, alle 10, nella chiesa parrocchiale di Lodetto a Rovato, i funerali di Francesca Belleri, vedova Pelati, che ad aprile avrebbe compiuto 101 anni. La piangono le figlie Anita e Mari, gli adorati nipoti e pronipoti.

La sua storia

Nata a Lodetto il 24 aprile del 1918, Francesca era la quinta figlia. Una bella famiglia spezzata dall’influenza spagnola, che le uccise, nello stesso giorno, entrambi i genitori quando lei aveva soltanto cinque mesi. Venne cresciuta dalla nonna materna, che si chiamava Francesca come lei.
A 22 anni Francesca si sposò con Lazzaro e andò ad abitare con lui nella cascina di via San Giovanni, tuttora di proprietà della famiglia. Dalla loro felice unione, celebrata il 4 novembre (Lazzaro era tornato dalla guerra proprio per il matrimonio) nacquero quattro figli, due maschi, che morirono ancora in fasce, e due femmine, Anita e Maria.
Francesca aveva sempre fatto la casalinga, il che significava per lei non stare mai ferma: teneva pulita la casa, lavava, stirava, curava i fiori, si occupava dei polli e dei conigli, cuciva (i vestiti spesso se li faceva lei).
In un’esistenza fitta di impegni e dedicata alla cura della casa e della famiglia, Francesca aveva poco tempo per le sue passioni: la lettura, con una predilezione per i romanzi rosa, e cucinare per gli altri, anche perché lei ha sempre mangiato poco.

I ricordi

«Ha sempre avuto un buon carattere, ma con noi figlie era molto severa - aveva commentato la figlia Anita, in occasione dei cento anni della madre - Una donna capace di farsi rispettare. Fin da giovane teneva molto alla sua persona: le piaceva mettersi le creme sul viso e i profumi, e adorava le scarpe con il tacco».
Francesca, per natura un po’ pessimista, «pensava che sarebbe morta presto, mentre noi le dicevamo che doveva vivere, anche per i suoi genitori», avevano spiegato i parenti. Un invito che la donna aveva preso alla lettera, raggiungendo l’invidiabile soglia dei cent’anni.

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