Festa dell'Unità d'Italia e delle Forze Armate

IV Novembre: le celebrazioni a Montichiari

Una corona al Monumento intitolato ai Caduti di tutte le Guerre e i discorsi ufficiali in Sala consiliare

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Anche a Montichiari è stato celebrato il IV Novembre con la deposizione di una corona d'alloro al Monumento ai Caduti di tutte le guerre e un evento in Sala consiliare dove si sono ascoltati i discorsi ufficiali e i contributi degli studenti di alcune scuole.

 

 

Celebrato il IV Novembre a Montichiari

Questa mattina poco dopo le dieci il sindaco Marco Togni, autorità civili e militari, studenti di alcuni Istituti monteclarensi e molti cittadini hanno reso omaggio al Monumento intitolato ai Caduti di tutte le Guerre dove è stata posta una corona d'alloro a loro memoria. Terminata la cerimonia, in corteo i partecipanti hanno raggiunto la Sala consiliare dove si sono tenuti i discorsi ufficiali e si sono ascoltati i contributi degli studenti della Tovini-Kolbe, dell'Istituto Comprensivo Renato Ferrari e dell'Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini. In Sala consiliare con il sindaco Togni e il presidente del Consiglio comunale Giancarlo Calubini era presente tutta la Giunta. Presenti anche il comandante della Guardia di Finanza di Desenzano del Garda Claudio Tedesco, il comandante della Stazione dei Carabinieri di Montichiari Luogotenente Roberto Bonfiglio. Presenti anche il tenente colonnello Alessandro Lusardi e il tenente pilota Adriano Bellandi. A coordinare le associazioni combattentistiche protagoniste della mattinata il maresciallo Alfonso Turchetti. Tra gli interventi più applauditi e ascoltati con grande attenzione da tutti i presenti in sala quello di monsignor Cesare Cancarini che rivolgendosi in particolare ai ragazzi ha sottolineato come siano i libri le armi più potenti che abbiamo a disposizione perché sono strumenti di conoscenza e di cultura dell'incontro, strumenti preziosi per capire le diversità e i diversi punti di vista. Conoscenza e cultura che sono antidoti importanti contr la recrudescenza della guerra. A chiudere le cerimonie del IV Novembre a Montichiari il discorso ufficiale del sindaco Togni.

Il discorso del sindaco Marco Togni

"Cari ragazzi, concittadini, rappresentanti delle forze dell’ordine, delle associazioni d’arma e civili qui presenti: è vero, oggi IV novembre si ricorda e festeggia la vittoria dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, l’Unità Nazionale e le Forze Armate ma personalmente trovo oggi difficile, non contestualizzare questa ricorrenza all’attuale e difficilissima situazione che il mondo sta vivendo. Voglio iniziare parlandovi di un orologio, un orologio molto particolare Non viene venduto in nessun negozio. Non lo si mette al polso e nemmeno lo si appende alla parete. Non lo si può leggere e nemmeno osservare. Non serve per sapere che ore sono ma solo quanto tempo manca e lo si regola una sola volta l’anno. Fu inventato nel 1947 da un gruppo di scienziati che avevano lavorato al Progetto Manhattan per sviluppare le prime armi nucleari al mondo durante la Seconda guerra mondiale. Si chiama Doomsday Clock. L’orologio dell’apocalisse. Il Doomsday Clock, è un segnatempo simbolico che mostra quanto il mondo sia vicino alla sua fine che corrisponde alla mezzanotte. Un team di scienziati composto da esperti di tecnologia nucleare e di scienza del clima, tra cui 13 premi Nobel, discutono degli eventi mondiali e determinano, ogni anno, la posizione delle lancette dell'orologio. Le lancette dell'orologio si avvicinano o si allontanano dalla mezzanotte in base alla lettura degli scienziati rispetto a minacce a livello globale derivate da tensioni politiche, dall’uso delle armi, dalla tecnologia, dai cambiamenti climatici o dalla presenza di malattie pandemiche".

 

"Nel 1953 quando si sviluppò la bomba all'idrogeno, prima da parte degli USA e nove mesi dopo dall'URSS, l’orologio dell’apocalisse toccò i 2 minuti dalla mezzanotte e per molti anni rimase questo il record storico. Nel 1991, quando la Guerra Fredda finì e gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica firmarono il Trattato di riduzione delle armi nucleari di entrambi i Paesi, l’orologio segnò 17 minuti dalla mezzanotte che corrisponde al tempo più lontano da quando venne istituito. Ma il vero record venne raggiunto un 23 gennaio quando le lancette furono posizionate a 90 secondi, un minuto e mezzo dalla mezzanotte. È stato il 23 gennaio di quest’anno e in quel momento l’aspetto che preoccupò maggiormente gli scienziati era “solo”, e lo virgoletto, la guerra in Ucraina. All’alba del 7 ottobre, un mese fa, un altro incubo incombe su tutti noi. Nel Medioriente, nella regione della Palestina, la terra Santa universalmente conosciuta come la “culla della civiltà”, quasi fosse ironia, Hamas sferra un attacco contro Israele lanciando 5.000 razzi aprendo brecce nelle barriere di separazione. Successivamente circa 2.500 combattenti palestinesi con buldozzer, motociclette, camion, auto e addirittura con deltaplani e droni riescono ad infiltrarsi nelle retrovie uccidendo indistintamente soldati e civili. Il giorno dopo la risposta di Israele non si fa attenere lanciando la propria pesante controffensiva che di colpo a fatto sparire da giornali e Tv la guerra in Ucraina. A livello mondiale un forte coro si è alzato contro Hamas e contemporaneamente pesantissime sono state le accuse contro l’Iran per aver dato supporto alla Palestina. Una breve e assolutamente non esaustiva digressione storica ritengo sia doverosa per capire almeno parzialmente le origini dell’odierno conflitto e il legame con il passato".

"La Germania, sconfitta e pesantemente umiliata alla fine della Prima Guerra mondiale da me citata all’inizio, cercava il modo per ritrovare la sua identità ed è nel clima di voglia di riscatto del proprio orgoglio nazionale ferito che trova terreno fertile il nazionalsocialismo come sentimento ed ideologia politica. Il nazismo con la shoah durante la seconda guerra mondiale sterminò due terzi degli ebrei europei. Al termine della guerra, nel 1948, per volontà dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite nacque lo stato di Israele. L’obiettivo era quello di riscattare gli ebrei dalle persecuzioni e dallo stermino subito durante il conflitto per permettere loro di avere finalmente una chiara identità geopolitica, un riconoscimento ufficiale. Forse la famosa Terra, quella promessa al popolo ebraico da Dio ai discendenti di Abramo attraverso suo figlio Isacco. Millenni di storia e di conflitti. Scontri tra religioni e popoli che da subito, con la proclamazione dello stato di Israele iniziarono portando ad una lunga guerra civile e poi militare tra ebrei e palestinesi e che, nonostante i numerosi tentativi di mediazione in decenni, a nulla hanno portato. Una fetta di terra, una striscia, quella di Gaza tra territori invasi, territori occupati, vittime e guerre. Oggi, dopo il 7 ottobre, da una parte uno scontro tra religioni, di terre e confini, di identità di popoli ma e soprattutto, anche per effetto dello schieramento degli altri stati mondiali in difesa degli uni e degli altri, uno scontro tra il blocco occidente ed il blocco orientale, identificato anche nel mondo islamico, che va a sommarsi agli schieramenti e alle contrapposizioni createsi quasi due anni fa con la guerra in Ucraina. L’escalation e l’estensione di questo conflitto con l’eventuale intervento di altri stati è la cosa che più di tutte oggi spaventa il mondo intero e che può portare a spostare le lancette dell’orologio dell’apocalisse ancora più vicine alla mezzanotte stabilendo un nuovo record, sempre, nella speranza, che si possa evitare il terzo conflitto mondiale".

"Forse, anche questa guerra è stata costruita volontariamente per indebolire gli impegni occidentali in Ucraina per aggregare maggiormente il blocco orientale. Le parole più sagge che ho sentito in questo mese sono state: “che la risposta sia commisurata” e che l’unica soluzione “è la formazione di due stati”. Oggi però parlando con le persone mi pare di percepire che l’opinione pubblica è molto più dissociata rispetto al passato da quelle che sono le dovute prese di posizioni formali assunte dai capi di stato obbligati a rispettare impegni e patti internazionali. Anche questa volta, per l’ennesima volta, per volontà di pochi, chi ci rimette sono i civili, la povera gente su entrambi i fronti. Anche questa volta l’uomo non ha imparato e messo in pratica nulla dal passato. Francesco Guccini nella sua famosa canzone si chiedeva: “Quando sarà che l’uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare…” Temo, lo insegna purtroppo la storia, che questa domanda difficilmente in futuro avrà risposta. La nostra Repubblica ripudia la guerra. Questo recita l’articolo 11 della nostra costituzione. Per mettere per iscritto nero su bianco un simile impegno è occorso il sacrificio di milioni di italiani, militari e civili a cui stamattina al monumento, abbiamo deposto la corona d’alloro. Per mantenere questo impegno all’interno dei nostri confini nazionali e nel mondo dobbiamo ringraziare le nostre forze armate, i nostri uomini e le nostre donne che con l’impegno ed il sacrificio quotidiano ci assicurano un tempo di pace e cercano di portarlo nel mondo. Ma ci siamo anche noi, semplici cittadini chiamati a fare la nostra piccola e grande parte quotidiana mantenendo il rispetto verso le altre persone e riscoprendo quegli antichi valori che l’attuale società purtroppo ritengo stia, ormai da troppo tempo, perdendo sempre più. Buon IV novembre".

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