Il ricorso

Iseo, Legambiente al Tar contro il nuovo punto vendita Lidl

Fra i punti sostenuti dall'associazione la costruzione del punto vendita a ridosso di un sito di importanza comunitaria fondamentale per la tutela della biodiversità: le Torbiere

Iseo, Legambiente al Tar contro il nuovo punto vendita Lidl
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Il 28 dicembre in un lungo ricorso la sezione di Legambiente del basso Sebino ha chiesto al Tar di annullare il piano attuativo che autorizza la costruzione di un nuovo supermercato dell’insegna Lidl in via Gorzoni a Iseo.

Legambiente al Tar contro il nuovo Lidl

Secondo l'associazione Il Comune di Iseo avrebbe autorizzato l’ennesima "media struttura di vendita”  (circa 1300 metri quadrati di superficie di vendita e oltre 2000 di superficie lorda di pavimento) in un’area sensibile dal punto di vista ambientale posta a ridosso di un sito di importanza comunitaria fondamentale per la tutela della biodiversità, le Torbiere.

"Il piano attuativo autorizza la nascita della nuova struttura in un contesto già fortemente compromesso dalla presenza di diverse strutture commerciali ed insediamenti antropici e pertanto si configura come variante al Pgt - ha commentato Dario Balotta, presidente del circolo Basso Sebino - In violazione del Pgt e delle Direttive Comunitarie Habitat, il piano attuativo non è stato sottoposto né a Vas, né a verifica di esclusione, né a Valutazione di Incidenza. In spregio a quanto imposto dall’articlo 42b delle Nta (Norme Tecniche di Attuazione), l’approvazione del piano non è neppure stata preceduta dal parere obbligatorio del Comitato Tecnico Scientifico dell’Ente Riserva delle Torbiere. Il Comune ha illegittimamente consentito, in variante allo strumento urbanistico, un incremento di 5 volte della superficie di vendita. Al fine di consentire l’insediamento della struttura, nonostante la conformazione stretta del relativo lotto, ha disatteso le verifiche sulla permeabilità dell’area ha consentito la monetizzazione degli standard a parcheggio e autorizzato la proprietà a derogare alle distanze dai confini".

"Il piano attuativo è illegittimo"

Nel ricorso inoltre è indicato come il progetto non sarebbe stato sottoposto all’esame del Comitato Tecnico Scientifico per valutare la necessità di richiedere anche lo studio di incidenza specifico, in relazione alla particolare immissione di acque superficiali nel Sic. e non solo: il Comune avrebbe disatteso le prescrizioni segnalate da Legambiente in fase di osservazione, come l’acquisizione del parere del Comitato Tecnico ed il mancato espletamento della VIC, fondamentali e necessarie a tutelare il vicino Sic. Scelte che determinerebbero l'illegittimità del piano attuativo.

"Il piano attuativo è illegittimo anche perché non è stato preceduto dalla Vas richiesta dall’art. 5 delle NTA del Piano di Governo del Territorio del Comune di Iseo, e perché
ha violato l'art. 33 delle stesse NTA - ha continuato - I lotti oggetto di trasformazione, attualmente inedificati, ricadono infatti in zona D2, che individua quale Destinazione principale attrezzature terziarie e di servizio  e prevede che vi si possano insediare esercizi commerciali al dettaglio e di esposizione con superficie uguale o inferiore a 400 mq di SLP e con superficie di vendita non superiore a 250 metri quadrati facenti capo alle tipologie degli esercizi di vicinato e delle medie strutture di vendita. Qundi il supermercato è troppo grande per un’area così piccola"

Il piano attuatutivo risulterebbe poi illegittimo in tema di monetizzazione degli standard, sotto un duplice profilo.

"Da un lato viene autorizzata la monetizzazione (in spregio al Pgt che invece, per gli ambiti commerciali, non la consente): secondo i legali di Legambiente gli standard minimi dovevano essere di almeno 1507,50 metri quadrati,  mentre il Piano attuativo ne prevede solo 905,00, con una carenza di progetto di 602,50 . Inoltre, vengono conteggiati quali parcheggi pertinenziali aree a verde e le aree occupate dalle pensiline in assenza di alcuna norma che lo autorizzi. Viene denunciata la carenza di aree a parcheggio del Piano Attuativo rispetto a quanto imposto da Pgt che non può essere colmata, come tenta di giustificare il Comune, con l’uso delle aree limitrofe. Il parcheggio comunale viene nelle tavole, addirittura considerato funzionale/pertinenziale alla media struttura di vendita. E’ noto che le strutture commerciali richiamano un elevato numero di automobili: per evitare un peggioramento del contesto, con degrado anche ambientale, servirebbero maggiori spazi destinati al parcheggio.

Il piano, conclude il ricorso di Legambiente, "è illegittimo anche perché privo di qualsivoglia analisi sul traffico indotto dal nuovo insediamento. La scarna relazione allegata, conclude Legambiente, nonostante le rilevanti dimensioni del comparto, non fornisce alcuna indicazione in merito che consentano di identificare il nuovo intervento in termini di impatto ed emissioni di polveri sottili".

 

 

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