l'iniziativa

Insieme a «Movin9ass» Andrea Reboldi scende in pista per la ricerca scientifica

Un «corsa» alla solidarietà, quella del 36enne di Ospitaletto, che ha mosso i primi passi con la Brescia Art Marathon

Insieme a «Movin9ass» Andrea Reboldi scende in pista per la ricerca scientifica
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Che lo sport rechi beneficio a chi lo pratica è un dato di fatto; ma che possa donare del bene agli altri è sempre una felice novità. L’ha dimostrato Andrea Reboldi, 36enne originario di Ospitaletto, che dai primi di marzo ha scelto di mettersi - letteralmente - in movimento per sostenere la ricerca scientifica su malattie neurodegenerative quali la sclerosi laterale amiotrofica e l’atrofia muscolare spinale. La «corsa» alla solidarietà ha preso il via in occasione della Brescia Art Marathon, che si è svolta in città domenica 9 marzo e che ha contato tra i partecipanti lo stesso Andrea. La manifestazione sportiva, lunga oltre quarantadue chilometri, è stata, infatti, la linea di partenza del progetto benefico «Movin9ass» di cui Reboldi è pioniere. Dall’unione del termine inglese «Moving» (ossia «in movimento») - la cui ultima lettera è stata sostituita dal giorno simbolo del 9 marzo (una sorta di «g» al rovescio) -, con l’«ass» di associazione (ma anche un gioco di parole con l’inglese «noi» e «sedere»), l’iniziativa è promotrice di un messaggio di benessere psicofisico e di una raccolta fondi senza scopo di lucro.

«Movin9ass»: Andrea Reboldi scende in pista per la ricerca scientifica

«Come primo tassello, ho scelto di far coincidere la data della mia prima maratona con l’inizio di una raccolta fondi a fine benefico destinata al centro clinico NeMO, istituto che si occupa in prima linea dell’assistenza e della ricerca legata a malattie neurodegenerative quali Sla e Sma - ha spiegato Andrea, nella vita preparatore atletico - Movin9ass, nasce dall’idea di fondere due pilastri portanti della mia vita, lo sport e la beneficenza, in particolare il prendersi cura della propria salute mediante il movimento e il donare in modo tangibile ma anche con la divulgazione e sensibilizzazione verso un argomento, la disabilità, che mi tocca da vicino con la sua presenza nella mia famiglia e nelle famiglie di tante persone a me care».

Sì, perché se l’attività fisica è al centro del lavoro di Andrea, la solidarietà è stata allenata tra le mura di casa. Il padre Alfredo (nella foto insieme alla moglie Clara), volto noto ad Ospitaletto per il tempo speso in passato a servizio della collettività, si trova infatti a convivere con il parkinson: «Malattia che l’ha portato a perdere pian piano la propria quotidianità - ha proseguito, non senza emozione - Una riduzione dell’autonomia che molte persone, come lui, sperimentano ogni giorno. È merito suo se sono stato spinto a intraprendere questo percorso». Chiusa con tre ore e quaranta minuti, la maratona bresciana è stata il trampolino di lancio dei propositi di Andrea (che sulla maglia indossata durante la competizione aveva il numero 648). «Da sportivo, posso dire che la maratona è simbolo di costanza fisica e mentale. La stessa costanza che richiede la ricerca scientifica».

Corsa e solidarietà

«Il movimento diviene così il fulcro di un sistema per avvicinare le persone, in senso letterale tramite il mio impegno nella preparazione e nella competizione, ma anche in senso lato legato al coinvolgimento di persone a me care e via via a chiunque voglia mettersi in gioco in questo progetto - ha specificato l’ospitalettese - Donare non è solo questione di soldi, ma anche di tempo dedicato e consapevolezza. Ci tengo a sottolineare come tutti i fondi raccolti con questa iniziativa andranno direttamente alla Fondazione NeMO e non verranno in alcun modo utilizzati per altri intenti. Per questo ringrazio tutti coloro che abbiano anche solo avuto la premura e la pazienza di leggere le mie parole».

Per contribuire alla raccolta fondi, aperta fino al 6 aprile («tra l’altro, giorno del compleanno di mio papà Alfredo»), è possibile inquadrare il Qrcode che rimanda alla piattaforma Paypal di «Movin9ass». In alternativa, si rimanda al sito web di Fondazione NeMO (dove è visibile la sezione «Dona ora» per contribuire singolarmente).
In fondo, a ben vedere, il muscolo da saper allenare resta sempre lo stesso: il cuore.

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