Incontrarsi nella «Città della Salute»

Incontrarsi nella «Città della Salute»
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Il plastico della «Città della Salute» rimarrà esposto fino a mercoledì 24 maggio nell’atrio d’ingresso della Biblioteca comunale di Montichiari. E’ il risultato di un progetto realizzato dal Cps di Montichiari che ha coinvolto alcuni del «don Milani» e alcuni assistiti del Cps. Confronto, dialogo, condivisione di ore di lavoro, scambio di emozioni e esperienze: i ragazzi, tutti i ragazzi che hanno partecipato al progetto, possono archiviare l’esperienza come percorso formativo importantissimo. Le case e i quartieri della «Città della Salute» raccontano speranze, di spazi aperti nel verde o davanti al mare, nella «Città della Salute» c’è addirittura uno store che vende sogni.

Assai soddisfatte del lavoro svolto e del risultato, hanno tutte le ragioni per esserlo, Paola Bianchi e Delia Tosi del Cps. «Guardando questa città» dice Delia Tosi «emerge chiara l’attenzione dei giovani all’aspetto ambientale, il rispetto per il verde e il bisogno di spazi aperti quindi desiderio di vita, più guardo questa città e più risuona dentro di me questa sensazione». «I ragazzi» aggiunge Paola Bianchi «hanno espresso un chiaro bisogno di attenzione al benessere, in particolare quello fisico, sensoriale, una chiara necessità di rilassarsi. Ad onor del vero in pochi casi si è espressa anche la difficoltà di dialogo, con le vie che fanno fatica ad incontrarsi. Tutti i ragazzi hanno tanto da dire su quello che per loro significa salute mentale: al primo posto ci sono sicuramente le relazioni umane appaganti, nella loro città vorrebbero trovare spazi sorprendenti, dove stupirsi davanti all’inaspettato».

«I ragazzi» sottolinea Delia Tosi «hanno espresso il desiderio di disconnettersi dalla Rete per mettersi in connessione con la persona, la voglia di incontrare l’altro. E’ stato davvero un bel dialogo: i nostri ragazzi del Cps hanno e gli studenti del “don Milani” si sono incontrati sulle strade dei desideri e delle speranze comuni. E noi operatori ci siamo accorti di quanto sia sbagliato l’atteggiamento di controllo che abbiamo nei loro confronti noi genitori, noi adulti. I ragazzi ci hanno fatto capire chiaramente che abbiamo messo una campana soffocante sulla loro voglia di speranza». «La speranza» sottolinea Paola Bianchi «c’è in questi ragazzi come desiderio ma non come realtà, si sentono schiacciati. Oltre a questi aspetti, nei tre anni di laboratori della “Città della Salute” sono emerse come costanti attenzioni particolari al cibo e agli animali, temi sensibili per ragazzi che stanno crescendo». E’ un progetto straordinariamente importante quello della «Città della Salute», coordinato da professionisti preparati e sensibili, un progetto che tutte le scuole dovrebbero adottare come momento di insegnamento per la riscoperta del dialogo.


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