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Sentenza

Inchiesta Scarface: crolla il castello accusatorio

Otto assoluzioni e cinque condanne con pene nettamente inferiori rispetto alle richieste. Esclusa l'aggravante mafiosa.

Inchiesta Scarface: crolla il castello accusatorio
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Otto assoluzioni e cinque condanne, con pene nettamente inferiori rispetto alle richieste. La sentenza di primo grado del processo Scarface sgonfia notevolmente il castello accusatorio dell'inchiesta che ha visto come principale imputato l'imprenditore erbuschese Francesco Mura.

Inchiesta Scarface: crolla il castello accusatorio

Mercoledì 31 maggio è arrivato l'atteso verdetto. Francesco Mura, che era ritenuto a capo di un sodalizio criminale dedito al riciclaggio di denaro sporco, è stato condannato a cinque anni (il pm però ne aveva chiesti 12). La notevole riduzione di pena è legata all'esclusione dell'aggravante, l'accusa di associazione delinquere di stampo mafioso, che si è sgretolata in aula. Per l'imprenditore erbuschese è stata anche disposta la confisca di 222mila euro: una somma importante, che tuttavia appare quasi irrisoria o comunque marginale rispetto al patrimonio in suo possesso, che in base a una stima sommaria ammonterebbe a 10 milioni di euro. Beni che gli erano stati sequestrati e che ora sono tornati nelle sue disponibilità.

Otto assoluzioni e cinque condanne

Insieme a Francesco Mura sono stati condannati il padre Mario Mura (4 anni di reclusione), l’ex moglie Gabriella Corsini (3 anni), residente a Roncadelle, e le due socie dell'imprenditore Maria Alda Emilia Dizioli di Olmeneta (Cremona) ed Elisa Salerno di Cremona (entrambe un anno e otto mesi). Assolti invece con formula piena gli altri otto imputati alla sbarra: la compagna di Francesco Mura Sabrina Ferchichi, il cazzaghese Cristiano Barbi (titolare all’epoca dei fatti della sala slot Leon Gaming di Rovato), Attilio Barbi, Nicholas Corsini, Massimo D’AnnaAndrea Ottaviani di Chiari, Francesco Cantale e Jinjie Xu, entrambi residenti a Rovato.

Il commento

"Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza, che saranno depositate entro 70 giorni, ma in maniera corretta è stato smontato l'impianto accusatorio per le parti più significative, legate ai presunti contatti con la 'ndrangheta e al riciclaggio di denaro da essa proveniente: accuse pesanti e palesemente ingiustificate, frutto di una ricostruzione azzardata".

Queste le parole dell'avvocato Maurizio La Matina, legale di Francesco Mura, dopo il verdetto.

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