INCHIESTA - Dove lavorano gli immigrati

INCHIESTA - Dove lavorano gli immigrati
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Quanti cittadini stranieri vivono e lavorano sul territorio? Da dove provengono? Che attività lavorativa cercano? Queste domande sorgono spontanee quando ogni giorno si vedono persone provenienti da altre nazioni che ormai da diverso tempo hanno deciso di stabilirsi nella provincia di Brescia. Un aumento costante e evidente “a occhio nudo”. Del resto è sufficiente posizionarsi a una fermata del bus per capire come la società sia sempre più multietnica. No, non è l’effetto delle recenti migrazioni che hanno trasformato il mar Mediterraneo in un cimitero liquido. Queste persone di cui parliamo, che ormai si sono stabilite in Italia e nel nostro caso nella provincia di Brescia, sono fuggite dai loro Paesi di provenienza negli anni o addirittura nei decenni precedenti.

Certo, i motivi sono sempre gli stessi. Quelli che stanno spingendo i migranti del 2016 a fuggire da guerre, persecuzioni e povertà. Però la differenza tra cittadini stranieri e persone che nelle ultime settimane sono protagoniste di un vero e proprio esodo biblico, non si nota. Passa in secondo piano per motivi, spesso, politici. Una dicotomia che viene cancellata dalla Lega Nord, che in questi giorni, con il segretario regionale e deputato, Paolo Grimoldi, ha criticato il governo nazionale per aver «prima tagliato i fondi alle province lombarde per il trasporto e i disabili e adesso stanzia 200 milioni per i 18mila richiedenti asilo inviati in Lombardia». Sempre l’esponente della Lega Nord, in una nota diramata il 6 marzo, rincara la dose e afferma un convinto «no all’obbligatorietà per i comuni lombardi di accogliere richiedenti asilo».

In una diatriba politica del genere, però, si inseriscono dati e numeri ben precisi di cittadini stranieri, ovvero i migranti di ieri, che nella provincia di Brescia vedono una seconda opportunità. A tal proposito, l’Anolf, l’ufficio stranieri della Cisl di Brescia, ha fornito dei dati interessanti che danno la misura della presenza delle persone provenienti da altre nazioni nella bassa bresciana. Nell’anno 2015 l'utenza allo sportello del comune di Montichiari è stata di circa 1000 persone. Si tratta di cittadini stranieri che sul territorio di Montichiari lavorano per il 40% nel settore agricolo, per il 30% nel settore metalmeccanico e il restante 30% proviene da altri settori lavorativi (commercio terziario, gomma platica e chimici, lavoro domestico). Già, ma da dove provengono queste persone?

Stando ai dati dello sportello Anolf di Montichiari, le etnie presenti in zona possono essere suddivise in un 45% che arriva dal Sud Est Asiatico (India, Pakistan e Bangladesh), un 35% dall’Africa (Senegal, Ghana, Marocco, Egitto e Costa d'Avorio) e il restante 20% da altri Paesi (Moldavia, Ucraina, Romania, Albania). Nella maggior parte dei casi queste persone fanno riferimento all’ufficio Anolf della Cisl per risolvere pratiche relative al permesso di soggiorno, fare una richiesta di cittadinanza italiana, oppure chiedere una consulenza sul rapporto di lavoro. Molte persone straniere, inoltre, nei paesi di Montichiari, Carpenedolo, Ghedi, Desenzano del Garda, Sirmione, Calvisano, Visano lavorano nel settore agroalimentare. In questo comparto c’è una netta prevalenza di indiani, seguiti a ruota da marocchini, egiziani e albanesi. Queste nazionalità sono oltre la metà della forza lavoro straniera nel settore agroalimentare. Poi ci sono cittadini provenienti dalla Romania, Moldavia, Senegal, Macedonia, Ucraina, Pakistan, Nigeria, Uzbekistan, Lettonia ed Etiopia.

Valerio Morabito 


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