Inaugurato il Giardino dei Giusti a Borgo San Giacomo
Intitolato a chi durante la guerra aiutò la famiglia Silbermann a fuggire dalla deportazione nei campi di sterminio.
Intitolato a chi durante la guerra aiutò la famiglia Silbermann a fuggire dalla deportazione nei campi di sterminio.
Il riconoscimento
Un'occasione per fare memoria, ricordare la storia di uomini e donne straordinari del nostro territorio che hanno disobbedito per non rimanere indifferenti di fronte all'ingiustizia. Spesso si pensa che i gesti eroici siano affidati a persone a noi lontane ma non è così. Grazie al lavoro del ricercatore Andrea Andrico il comune di Borgo San Giacomo ha inaugurato il Giardino dei Giusti nel giardino pubblico di Piazzale delle Rimembranze. Tre i cippi che campeggiano fieri nel piazzale dedicati a quelle persone che hanno compiuto un gesto concreto mostrando coraggio e grande sensibilità, un esempio da seguire gli attori della salvezza della famiglia ebrea Silbermann costretta al confino coatto ad Acqualunga. Alla celebrazione, organizzata dall'Amministrazione comunale sono intervenute diverse autorità. "E' con orgoglio che oggi onoriamo i nostri concittadini, che hanno disubbidito alle leggi assumendosene il rischio per salvare vite umane. Siamo una comunità unica, ricordiamo chi si è sacrificato per permetterci di essere qui oggi liberi. Quelli che oggi disconoscono l’antifascismo, la resistenza, lo possono fare grazie a queste persone gli hanno permesso di essere qui oggi " ha commentato il primo cittadino Giuseppe Lama.
I cippi
Intitolato il primo cippo ad Angelo Migliorati, conosciuto in paese come persona generosa e altruista, la sua casa era sempre meta di qualche povero, sostenne materialmente e moralmente la famiglia ebrea, con coraggio e generosità, li aiutò a fuggire nelle campagne di Orzinuovi la notte prima della deportazione dei fascisti e procurò loro i documenti falsi che gli consentirono di salvarsi in Svizzera; don Giovita Faustino Beschi, ordinato parroco nel 1933 divenne successivamente sacerdote ad Acqualunga, all'arrivo della famiglia Silbermann li aiutò senza pregiudizi, in particolare si prese cura ed aiutò le quattro bambine, con Angelo Migliorati contribuì alla fuga della famiglia e collaborò con i partigiani; il maresciallo Arturo Dalle Fratte, fino al 1945 comandante della locale caserma, venuto a conoscenza di informazioni riguardanti la deportazione della famiglia comunicò l'intento contribuendo così alla fuga della famiglia. Il secondo cippo invece è stato dedicato alla Famiglia Nodari, che per prima accolse la famiglia il 30 novembre del 1943; a Giuseppe Gloriotti e Maria Colombi, che dal dicembre 1943 nascosero Goldy la più piccola delle bambine, e diedero rifugio ad alcuni soldati; alla Famiglia Corradini, che ospitò alcuni componenti della famiglia, mettendo al sicuro alcuni loro oggetti preservandone l'identità e alle Madri Orsoline di Brescia, che nascosero le bambine Berta, Elena, Mina e Goldy fino al loro trasferimento in Svizzera organizzato dai partigiani.