Coronavirus

"In questa ondata meno pressione sull'ospedale: il vaccino è l'unica soluzione": parla il direttore generale dell'Asst Franciacorta

Certamente non mancano le difficoltà legate al contagio (anche tra il personale sanitario), ma grazie alle somministrazioni, il quadro descritto è meno drammatico rispetto agli ultimi mesi.

"In questa ondata meno pressione sull'ospedale: il vaccino è l'unica soluzione": parla il direttore generale dell'Asst Franciacorta
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I casi di Coronavirus aumentano e si registrano numeri mai visti prima (anche a causa dell’incremento dei tamponi processati rispetto agli scorsi anni), ma il sistema sanitario non è al collasso. Anzi. Grazie al vaccino "la situazione è completamente diversa". Certamente non mancano le difficoltà legate al contagio (anche tra il personale sanitario), ma il quadro descritto dal direttore generale dell’Asst Franciacorta, Mauro Borelli, è meno drammatico rispetto agli ultimi mesi.

"Meno pressione sull'ospedale: il vaccino è l'unica soluzione"

Strategiche sono state le decisioni prese fin dall’inizio: all’ospedale di Chiari, infatti, si concentra l’area Covid mentre, in caso di bisogno, nelle altre strutture dell’Asst confluiscono i pazienti che, non essendo guariti del tutto, ma con un quadro clinico migliore, non possono ancora tornare a casa e restano nei presidi in grado di garantire le cure finali.
Allo stesso tempo, continuano senza sosta le vaccinazioni nei tre centri gestiti dall’Asst Franciacorta e il servizio tamponi (attivato nuovamente anche a Iseo).

A oggi (in settimana, ndr) in ospedale sono ricoverate una sessantina di persone - ha spiegato Borelli - Di queste, una ventina si trovano sotto ossigeno e solo due sono in terapia intensiva. Si tratta di persone che rifiutano il vaccino o, in una minima percentuale, di pazienti che, per altre patologie pregresse, sono debilitati e sentono maggiormente il peso del virus. La situazione è ben diversa da quella che ci siamo trovati ad affrontare a marzo 2020, ma anche nel medesimo periodo del 2021. E’ inutile girarci intorno e pensare che il vaccino non funzioni. Con queste parole non sto minimizzando i contagi e le difficoltà, ma evidenzio che non stiamo affrontando la stessa guerra del passato. La pressione è inferiore e lo dobbiamo unicamente ai vaccini.

Certamente in ospedale ci sono estenuanti turni di lavoro, talvolta anche per coprire il personale contagiato, ma soprattutto per fare in modo che non manchi l’assistenza nei presidi. Ma non solo, nemmeno nei centri vaccinali e in quelli dei tamponi. E, ancora una volta, non possiamo che dire grazie, anche facendo ognuno la propria parte (con la vaccinazione, rispettando le regole e il distanziamento sociale, ma anche continuando a usare i dispositivi di protezione individuale).

Conosco tante persone, e parlo anche di over 60 come me, che hanno contratto il Covid senza nemmeno accorgersene o con il raffreddore o dei sintomi influenzali. L’effetto delle somministrazioni, dunque, non si vede solo sui più giovani, ma su tutta la popolazione vaccinata. In tanti, senza alcuna protezione, si ritroverebbero nei nostri ospedali. Non è vero che il vaccino non serve. Siamo tutti sinceri: certamente ci aspettavamo, o meglio, desideravamo un siero capace di evitare di contrarre la malattia, ma già quello che abbiamo è un dono che fa la differenza. Avere il virus in forme lievi, risolvibili in un paio di giorni e senza necessità di ospedalizzazione è comunque una grande vittoria.

Infine, non è mancato l’appello:

Vaccinatevi, vacciniamoci. E’ l’unica strada percorribile. Non ci sono altre soluzioni. Chi ha fatto le due dosi, allo scadere dei 120 giorni, prenoti la terza. E’ necessario proteggere noi stessi e gli altri. Lo dobbiamo anche a chi, non per ideologia, ma per determinate condizioni di salute, non può farlo. Mai come in questo momento è necessario avere una visione collettiva e se non possono essere applicate chiusure, per evitare il collasso dell’economia, bisogna essere chiari con le decisioni e le priorità. Nel frattempo la scienza sta continuando a fare il suo corso ed è speranza comune che i vaccini possano essere potenziati e che piano piano si vedrà la fine di questa situazione.

Ha concluso il direttore generale Mauro Borelli.

Le vaccinazioni

Non un giorno di pausa, nessuno stop: Natale, Capodanno, Epifania. Sono tre i centri vaccinali che funzionano senza sosta: quello di Iseo, quello di Chiari dove confluiscono gli adulti (in via Santissima Trinità, al campo sportivo) e anche l’ultimo allestito sopra il centro commerciale Italmark, in via Brescia, che è stato dedicato ai più piccoli (dove non mancano nemmeno i disegni e i cartonati dei super eroi).

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