In Consiglio Comunale il tema del suicidio assistito: 12 su 14 favorevoli
Al centro la mozione presentata dal Comitato Civico Montichiari di cui è capogruppo Mario Fraccaro

Sul suicidio assistito il Consiglio comunale di Montichiari vede unite maggioranza e opposizione, ma i due consiglieri Pezzaioli e Gamberoni (Lega) si smarcano esprimendo il proprio «no». Il tema, alquanto delicato, è stato il punto più discusso nella seduta pubblica di mercoledì: l’esito è di 12 consiglieri favorevoli su 14. Al centro c’era la mozione presentata dal Comitato Civico Montichiari di cui è capogruppo Mario Fraccaro sulla cui modifica si è registrata una convergenza politica: il dispositivo finale emendato prevede che «il Consiglio comunale impegna il Parlamento a legiferare in materia e sindaco e giunta a inviare la mozione ai Presidenti della Camere».
La visione degli amministratori
«In 6 anni, cioè dalla prima pronuncia della Corte Costituzionale – ha dichiarato Fraccaro – i parlamentari non si sono mai pronunciati. Ora però dopo che la Toscana ha adottato una normativa il Governo andrà a impugnare la legge davanti alla Corte: è ora di attivarsi anche perché i sondaggi dicono che l’Italia vuole il ‘fine vita’». Il sindaco Marco Togni ha sottolineato il «confronto nella maggioranza come nell’opposizione. È un argomento delicato e trasversale: non spetta certo a noi dire come dovrà essere la futura legge, posto che ancora una buona legge io devo rintracciarla». «L’uomo è fatto anche di spirito e non è una macchina. Credo sia opportuno per tutti rileggere l’enciclica di Papa Giovanni Paolo II sulla sacralità della vita umana ed essere consapevoli che c’è la certezza della fede e la verità della scienza», sono state le parole dell’assessore al Commercio Guido Lanfranchi. Per Forza Italia Salvatore Vitale ha parlato di «attuale vuoto legislativo su cui oggi noi diamo un segnale. È un gesto simbolico questa mozione che magari potrà smuovere le acque dell’opinione pubblica affinchè se ne parli». «La materia va regolarizzata e vanno rispettate le opinioni di tutti» ha dichiarato Elena Dellaglio per la lista Togni Sindaco Si Continua che ha richiamato l’esistenza del testamento biologico «se si vuole fare una scelta in questo senso».
Sugli aspetti giuridici legati alla sentenza della Corte si è pronunciata Martina Varone, assessore alla Cultura: «Il massimo organo costituzionale ha solo delineato dei casi di non punibilità verso chi assiste una persona che ricorra all’estero al suicidio assistito». Alessia Di Pietro, per il Partito Democratico, ha espresso parere favorevole alla mozione: «Serve una legge e ricordo che il nostro partito è dall’inizio della legislatura che chiede al Parlamento di discutere il ddl Bazoli». Beatrice Morandi, capogruppo di Montichiari DinAmica, ha sollevato la delicatezza della questione «che esula dagli aspetti amministrativi di una lista civica. I tempi sono maturi per un dibattito e la politica si prenda le proprie responsabilità». Via libera anche da Fratelli d’Italia espresso dal consigliere Marco Bianchi mentre è dalla Lega che sono giunti gli unici due voti contrari. Per il capogruppo Paolo Pezzaioli «Dio ci ha donato la vita e solo lui può toglierla. Auspico che si aumentino le risorse per la medicina palliativa, la ricerca, il sostegno psicologico a cui tutti possano accedere»; mentre Elena Gamberoni, presidente del Consiglio comunale, ha richiamato i «valori cristiani che mi guidano e per i quali voterò no».
Il pensiero della Chiesa
Sul suicidio assistito si era pronunciato anche l’abate Cesare Cancarini durante la messa di sabato scorso definendolo «fuori dalla logica evangelica». «Dobbiamo far crescere in tutti l’amore alla vita, soprattutto nei più giovani – erano state le sue parole – e questo perché spesso i nostri ragazzi si sentono disperati e vivono situazioni disperanti. È necessario aiutarli. Noi adulti pensiamo di legalizzare il suicidio assistito: è una cosa orribile che possiamo evitare, se lo vogliamo. Vorremmo dalla classe politica che ci governa e che ci siamo scelti che siano sostenute con fatti e non parole le cure palliative così come le case di riposo dove gli anziani possono trovare un rifugio molto importante, un’accoglienza e un accudimento amorevole. E magari riduciamo le liste d’attesa quando ci rechiamo in ospedale. Questo vorremmo dai politici».