Impresa ciclistica in alta quota nel nome della Segre
Paolino Parzani ha scalato due passi in due giorni per festeggiare i suoi 82 anni e il compleanno della senatrice sopravvissuta ad Auschwitz.
Scalare due passi alpini in due giorni, all’età di 82 anni e il sella a una bicicletta del 1954, per molti sarebbe una mission impossible. Per molti, appunto, ma non per Paolino Parzani, che è riuscito di nuovo nell’impresa.
Impresa ciclistica per Parzani
Ormai l’ex sindaco di Adro ha abituato i suoi concittadini alle sue scalate, mai fini a se stesse: delle sfide per festeggiare il suo compleanno e, al contempo, per combattere delle battaglie politiche (la politica è una delle sue grandi passioni, insieme al ciclismo). Venerdì scorso Parzani è partito per una pedalata da Monno al Mortirolo, animato da due obiettivi: depositare nove rose rosse, sulle note di "Bella Ciao", davanti alla chiesetta di San Giacomo in memoria dei nove partigiani delle Fiamme Verdi caduti e, una volta in vetta, celebrare il compleanno della senatrice Liliana Segre. Sabato 11 settembre, nel giorno del suo compleanno, l’82enne ha pedalato sul passo Gavia, a 2.652 metri sul livello del mare. "Prima di arrivare in vetta mi sono fermato al monumento del V Reggimento Alpini - ha raccontato - Poi sul passo ho fatto un minuto di raccoglimento per le 3mila vittime delle Torri Gemelle americane. Infine ho depositato un mazzo di fiori, con tre rose rosse, in ricordo della figura del grande Gino Strada, con la scritta: Grazie Gino”.
La dedica alla Segre
Parzani è entusiasta della trasferta in alta quota. "Ho realizzato il programma, sia nel percorso che negli obiettivi - ha precisato - E’ andato tutto bene, la preparazione è stata giusta. Ringrazio per il supporto i miei due accompagnatori, sempre al mio fianco in queste imprese".
Sul cartellone dedicato a Liliana Segre, cui l’Amministrazione adrense ha negato la cittadinanza onoraria chiesta dall’Anpi, c’era una farfalla gialla che vola sul filo spinato, citazione di un celebre discorso della senatrice, sopravvissuta ad Auschwitz. "Quando mi sono fermato per cambiarmi la maglia, una farfalla gialla si è posata sul mio braccio. Non ho mai creduto a queste cose, ma se non è un segnale questo!", ha rivelato Parzani.