Imprenditore carpenedolese ammanettato

Un gruppo di stranieri tenuti a lavorare in condizioni disumane.

Imprenditore carpenedolese ammanettato

Imprenditore carpenedolese ammanettato insieme al suo braccio destro di origine pakistana.

Stranieri sfruttati

Un imprenditore bresciano di 56 anni, titolare di un’azienda di confezionamento di calze a Carpenedolo e il suo collaboratore pakistano di 42 saranno interrogati nelle prossime ore per aver reclutato stranieri, costretti poi a lavorare senza contratto a condizioni e salari pietosi. Un gruppo di richiedenti asilo erano infatti tenuti a lavorare per tre euro l’ora dieci ore al giorno, domeniche e festivi compresi.

Il primo caso bresciano di caporalato

Quando le norme sull’orario di lavoro non vengono rispettate, quando la retribuzione non è inserita in un contratto di lavoro regolare e non è proporzionale al lavoro svolto, allora si tratta di un caporalato che prevede la reclusione da uno a sei anni e una multa sostanziosa. Questo rappresenta quindi a tutti gli effetti il primo caso di contestazione di caporalato bresciano.