Il treno che non c’è: appello da Lonato e Calcinato per rilanciare la linea regionale
Nel 1961 i treni erano 23. Nel 1985 erano 25. Oggi, con quasi il doppio degli abitanti rispetto al secolo scorso, i treni sono solo quattro

Il treno che non c’è: appello da Lonato per rilanciare la linea regionale che collega Brescia e Verona. Quattro treni al giorno per oltre 17 mila abitanti: questa la realtà del servizio ferroviario regionale tra Brescia e Verona, fotografata con precisione e preoccupazione da Andrea Gallina durante la conferenza pubblica tenutasi il 13 maggio a Lonato presso il centro «La Stazione». Un confronto impietoso con i dati storici: nel 1935 circolavano 13 treni per una popolazione di poco superiore ai 9 mila abitanti. Nel 1961 i treni erano 23. Nel 1985 erano 25. Oggi, con quasi il doppio degli abitanti rispetto al secolo scorso, i treni sono solo quattro.
Una situazione da risolvere
«È paradossale – ha dichiarato Gallina – che in un’epoca di crescente attenzione alla mobilità sostenibile, il servizio ferroviario su una tratta strategica come quella tra Brescia e Verona venga progressivamente depotenziato». I cittadini sono dunque costretti all’auto, con tutte le conseguenze ambientali, economiche e sociali del caso. Il problema, ha spiegato, è anche tecnico e infrastrutturale: l’eterotachicità – cioè la presenza di treni a velocità differenti – e i conflitti di circolazione con l’Alta Velocità hanno di fatto marginalizzato il traffico regionale. Ma le soluzioni non mancano. Nel corso dell’incontro, infatti, sono state illustrate proposte puntuali: interventi sui binari nelle stazioni di Ponte San Marco, Castelnuovo, Peschiera, Lonato, Desenzano, Rezzato e Sommacampagna per migliorare la capacità e la fluidità della linea; un servizio ferroviario metropolitano, già previsto nel PUMS del Comune di Brescia, da estendere verso Verona; una nuova stazione Park+Ride in zona Feralpi, integrativa e non sostitutiva della stazione attuale; la riapertura di stazioni soppresse e la creazione di nuove fermate, finanziate anche grazie alle compensazioni previste per la realizzazione della quarta corsia dell’autostrada A4.
Serve continuare a mobilitarsi e firmare
Gallina ha sottolineato l’importanza della mobilitazione civica. «Abbiamo avviato una raccolta firme per portare queste richieste alle istituzioni. Regione Lombardia, le agenzie del trasporto pubblico locale, le imprese ferroviarie come Trenord e TILO, e le aziende di bus, tram e metro devono collaborare per restituire ai cittadini un servizio dignitoso. Serve una visione sistemica e il coraggio di investire». L’invito è a sostenere la campagna anche sui social – Facebook, WhatsApp e Instagram – dove si sta creando una rete crescente di cittadini, pendolari e amministratori locali. L’obiettivo è chiaro: rimettere il treno regionale al centro della mobilità interprovinciale tra Brescia e Verona. «I numeri parlano chiaro – ha concluso Gallina –. È ora di toccare ferro e rimettere in moto il servizio», un servizio rimasto troppo tempo sui binari morti della disattenzione politica.