Il sorriso meraviglioso di Margherita Conti

Il sorriso meraviglioso di Margherita Conti
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Ci sono persone che attraversano la vita sorridendo, considerando ogni giorno un dono prezioso nonostante le difficoltà. E la forza del loro sorriso arriva dritta la cuore di chi ha la fortuna di incontrarle. Una di queste persone straordinarie è Margherita Conti che alcuni monteclarensi hanno avuto il privilegio di conoscere e apprezzare. Ma non è sempre stato così. Ci sono stati tempi in cui la disabilità poteva diventare una condizione insopportabile. «Da piccola - ricorda Margherita, nata nel 1947 a Montichiari in piazza Santa Maria dove abita tuttora - quando mia mamma mi portava fuori in carrozzella sentiva dei mormorii, talvolta anche commenti antipaticissimi come “la bambina disgraziata” e allora mamma Azzorre non voleva più portarmi fuori e aveva anche ragione dico io».

Stiamo parlando degli anni ‘50 e per fortuna la situazione è cambiata...

«E’ cambiata come dal giorno alla notte».

Altri ricordi di bambina?

«Dai quattro ai dieci anni, alternativamente, sono stata in un istituto di Crema dove curavano i bambini con la mia stessa patologia. Da piccola trascorrevo molti mesi in reparto dove facevo fisioterapia ma non potevo studiare perchè allora nessuno si interessava dell’educazione scolastica dei disabili. Ero riuscita a fare amicizia con gli altri bambini ma soffrivo perchè sentivo la lontananza da casa. Avevo quattro anni, a mia mamma permisero di fermarsi solo una settimana per farmi ambientare. I primi giorni senza mamma furono davvero difficili. Di notte ero terrorizzata perchè non la vedevo e mi resterà sempre nella mente finchè vivrò il fatto che mi misero un uno sgabuzzino buio, senza niente per non far scatenare anche negli altri bambini crisi di pianto. Mi ricordo benissimo che ci rimasi un giorno e una notte. Certe cose non si dimenticano».

Ma i suoi occhi mentre racconta questi episodi non sono tristi...

«Io non sono mai stata triste, a volte mi prendeva la malinconia. Soffrivo di tonsillite e mi venivano febbri altissime e allora quando mi mettevano nel letto in corsia pensavo a casa e mi consolavo pensando alla mia mamma e alla mia sorellina Bianca».

E tra i ricordi più belli?

«Papà Pancrazio, ma tutti lo hanno sempre chiamato Nino, era un pianista e io da piccola quando suonava gattonavano fin sotto al pianoforte e restavo incantata ad ascoltarlo».

Lei ha sempre potuto contare sull’affetto della famiglia?

«Sì, sempre. Mia madre è morta lo scorso anno all’età di 94 anni e si può dire sia sempre vissuta per me. Ho tre nipoti e sette pronipoti. Sono la madrina di Alice, sono la gioia della mia vita».

A Montichiari arrivano i Silenziosi Operai della Croce e per quanto riguarda la disabilità cambiano alcune cose...

«Se non fossero arrivati a Montichiari il Silenziosi Operai della Croce e il Cvs io sarei rimasta chiusa nel guscio in cui ero. Sono stati loro a “portarmi fuori” anche se la mia mamma si opponeva perchè aveva paura che io mi ammalassi magari di polmonite. Don Remigio era un sacerdote straordinario dei Silenziosi Operai della Croce prima di don Pietro era l’assistente diocesano del Centro. Una volta è venuto a trovarmi con altri Silenziosi Operai della Croce e parlando con mia mamma han detto che avrei potuto cominciare a partecipare ai loro incontri e a uscire. Mia mamma in un primo momento disse di sì poi arrivata la domenica in cui avrei dovuto partecipare al primo incontro non voleva lasciarmi uscire perchè era brutto tempo e disse a don Remigio che temeva per la mia salute. Mentre mia mamma stava chiudendo la porta delle scale don Remigio ci mise un piede, salì con i suoi aiutanti e mi portò nell’auto con cui raggiunsi il luogo dell’incontro. Da quel momento è cambiato davvero tanto per me».

Quanto sono importanti per lei la Fede, la Preghiera?

«Non tutti i giorni sono uguali, a volte non ho voglia di pregare ma mi faccio e forza e mi dico che se Gesù ha dato tutto per me, per noi, io devo corrispondere almeno un po’. Io prego per gli altri perchè se siamo fratelli al cospetto di Dio dobbiamo supportarci l’un l’altro ma prego anche per me, forse è un po’ egoistico ma prego lo Spirito Santo perchè mi dia più Fede e mi aiuti a migliorare spiritualmente. Mi rivolgo a Dio dicendo che io voglio fare la sua volontà in tutto e per tutto ma prego anche perchè possa essermi d’aiuto nel contingente, per esempio per facilitare la guarigione di un piccola piaga che ho sotto la gamba destra. In un certo senso a Dio chiedo anche la forza di sopportare una condizione fisica che diventa problematica anche per gesti banali come grattarsi il naso quando fa prurito».


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