Manerbio

Il pugile poeta dona scarpette, guantoni e cintura

Riposti in una teca, renderanno immortale il ricordo della vittoria nazionale di Gianpaolo Gabanetti, il manerbiese che il 5 aprile 1965 a Napoli vinse la sfida contro il campano Ciro Cipriano conquistando il titolo di campione italiano dei Pesi Super Welters

Il pugile poeta dona scarpette, guantoni e cintura
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Il pugile poeta dona scarpette, guantoni e cintura.

Dona scarpette, guantoni e cintura: la storia del pugile poeta

 

Riposti in una teca, renderanno immortale il ricordo della vittoria nazionale di Gianpaolo Gabanetti. Il campione manerbiese dei Pesi Super Welters ha scelto di donare alla comunità manerbiese alcuni preziosi cimeli della sua straordinaria carriera sportiva e lo ha fatto durante lo scorso Consiglio comunale di lunedì sera. Ad introdurlo è stato proprio il sindaco di Manerbio, Paolo Vittorielli, che insieme all’assessore allo Sport Mario Mantovani ha accettato con onore il regalo del pugile:

«Dopo un brillante periodo tra i dilettanti, ricordiamo 110 incontri, altrettanti vinti è passato ai professionisti e nel 1965 a Napoli si è laureato campione italiano dei Pesi Welters - ha detto Vittorielli - Questa sera con tanta gratitudine ed orgoglio riceviamo a nome di tutti i manerbiesi i suoi guantoni, le scarpette e cintura del nostro campione italiano, grazie di cuore».

Per l’occasione questi oggetti sono stati posizionati in una teca di vetro che si potrà ammirare in municipio.

«Volevo ringraziare il sindaco, la Giunta, è una cosa favolosa che hanno fatto in molti altri prima di me, e ho voluto fare anch’io» ha detto il campione che oltre ad essere un formidabile talento sportivo è anche poeta, e come poeta ha voluto recitare alcuni dei versi scritti da lui:

«Non viene un urlo se non viene dal cuore. Non c’è lamento se non c’è dolore. Dagli anni belli o brutti dell’infanzia al mio ciel do a Dio l’amor più bello di questa terra misera».

Nella stessa occasione, il Comune ha consegnato a Gabanetti una targa che recita:

«L’Amministrazione comunale esprime la più sincera gratitudine per aver condiviso con la cittadinanza manerbiese i simboli della sua straordinaria carriera, che il suo gesto possa essere di esempio a contribuire e a rafforzare il senso di comunità».

La splendida carriera

Era il 5 aprile del 1965 quando a Napoli il giovane pugile, a soli 24 anni, aveva sfidato il campione campano Ciro Cipriano, salernitano ed astro nascente della boxe del Sud-Italia. Tra i pugili era noto con il nomignolo di «il poeta», non solo perché spesso declamava i suoi versi, scritti tra un gancio destro ed un montante sinistro, ma anche per quella sua innata disponibilità verso i meno fortunati. La sua apparizione sull’Olimpo della Boxe italiana non era stato un caso ma il risultato di una solida gavetta da dilettante, costellata da 110 incontri con altrettante vittorie, molte per Ko. Gianpaolo Gabanetti nato a Cignano, appena finita la scuola elementare come tanti dei suoi compaesani, inizia a lavorare come bracciante poi il mandriano, il manovale nell’edilizia fino a diventare muratore. Ma una passione inizia a crescere forte in lui: dopo il lavoro, nonostante la stanchezza comincia a frequentare a Brescia la palestra di pugilato del maestro Gianni Gatti, dove impara i primi rudimenti del ring e del corpo a corpo, una sera sulla via del ritorno s’imbatte in Sante Amonti (uno dei più grandi pugili italiani) che, tra una chiacchiera e l’altra lo invita alla sua palestra, quella del maestro Antonio Mariani. Così la sua carriera prende una nuova strada. Da dilettante Gabanetti è stato l’unico bresciano a conquistare il Guanto d’Oro, per proseguire con le convocazioni alla Nazionale e al team olimpico.

La riservatezza come stile di vita

Con il titolo italiano ha raggiunto la sua gloria personale fino a chiudere la sua carriera il 12 maggio 1969. Adesso è un tranquillo pensionato che si diletta nell’orto e nelle gare di briscola con i suoi attempati estimatori ed amici. Accanto a sé però non manca mai il blocchetto e la penna per fissare sulla carta l’ispirazione del momento che produce versi che gli nascono dal cuore. Come tutti i campioni anche Gabanetti ha fatto della riservatezza il suo stile di vita, ed è rimasto alieno alla celebrità dei tempi d’oro come pure dei revival di oggi. Tra le altre cose ha scritto di suo pugno un’autobiografia dal titolo «A pugni chiusi per conoscere me stesso» e una serie di raccolte di poesie, dedicate ai fatti della sua altalenante esistenza tra i trionfi e la polvere per rialzarsi sempre a combattere per la vita.

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