Il MuSa, museo di Salò, ha riaperto al pubblico...in musica VIDEO
Il MuSa rinasce andando oltre l'idea di museo,come centro di studi e ricerca oltre che volano per un futuro migliore.

«Sotto il segno dell’Arte», questo il titolo dell'evento andato in scena questa mattina (sabato) nel Chiostro del Complesso di Santa Giustina che ospita il MuSa, con il quale si è ufficializzata la riapertura del museo di Salò dopo sei lunghi mesi di chiusura.
Il MuSa riapre tra tradizione e novità
A fare gli onori di casa il nuovo presidente della Fondazione Opera Pia Carità Laicale (ente gestore del MuSa), Alberto Pelizzari ex assessore al Bilancio a Salò e consigliere di amministrazione di Banca Valsabbina.
Tra le novità, il ripristino della mostra di Giovan Battista Rini, fortemente richiesta per la presenza di esemplari anatomici di particolare impatto oltre che di spessore scientifico. A ciò si aggiunge poi l’esposizione, curata da Annalisa Ghirardi, di oltre trenta opere della Civica Raccolta del Disegno nelle quali si viene a concretizzare un mix tra linguaggio scritto, dell'arte e del disegno realizzati da artisti particolarmente significativi come Attilio Forgioli.
Le mostre temporanee, che tanto hanno dato alla crescita del museo, grazie alla significativa collaborazione tra Giordano Bruno Guerri (ex presidente e direttore) e Vittorio Sgarbi, a causa del Covid 19 subiranno un momentaneo stop ma Pelizzari ha assicurato che durante questo periodo non verrà meno il lavoro per riportare nel 2021 queste mostre di prestigio ad abitare i locali del museo civico. Ribadito inoltre l'obiettivo di focalizzare l'attenzione e raccontare la storia di Salò in tutte (o molte) delle sue sfaccettature: dalla Salò capitale della Magnifica Patria alla Salò della Repubblica Sociale Italiana e quella che ha vissuto il periodo della lotta di liberazione.
Tra gli interventi che si sono susseguiti nel corso della mattinata quello del vice sindaco di Salò Federico Bana in rappresentanza del sindaco Giampiero Cipani dell'amministrazione comunale, l'on. Maria Stella Gelmini (presidente della Comunità del Garda) e Giordano Bruno Guerri. Presenti anche le autorità civili e militari.
Un concerto, tre regioni, un unico lago
Al termine degli interventi ha preso il via il concerto che ha visto come protagonisti tre professori d'orchestra rappresentanti delle tre regioni bagnate dal bacino lacustre benacense, con il significato sotteso dell'unità (turistico, sociale ed economica) con la quale deve essere considerato il lago di Garda ed i territori che su di esso si affacciano.
Stefano Biguzzi al violino (in rappresentanza della sponda veneta)
Gerardo Chimini al pianoforte (in rappresentanza della sponda bresciana)
Massimiliano Rizzoli al contrabbasso (in rappresentanza della sponda trentina). Lo strumento in questione è il contrabbasso «Gasparo da Salò», considerato un unicum tra i quattro o cinque contrabbassi da lui costruiti (questo lo realizzò nel 1590) sicuramente autentici rimasti al mondo.
Il museo per ora riapre il venerdì, sabato e domenica su prenotazione.