Il mondo del calcio piange Egidio Fara

Si è spento l'ex portiere e allenatore di Remedello

Il mondo del calcio piange Egidio Fara
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Il mondo del calcio bresciano e mantovano piange Egidio Fara, stroncato dal terribile virus.

Fara, remedellese, era tra i personaggi calcistici più conosciuti delle due province, grazie alla lunga carriera da portiere e alla successiva carriera da allenatore. Forte, in particolare, il lutto che ha colpito l'Asola Calcio, dove milita il figlio e dove Egidio aveva contributo negli anni alla crescita della società, ma sono in moltissimi che sui social network hanno espresso le loro condoglianze per la dolorosa perdita.

Tra questa anche il Castiglione, dove Fara aveva disputato diverse stagioni, tra cui la Serie D nel 1985-86. Toccante il messaggio lasciato proprio dall'Asola:

«Doloroso pensarlo e difficile da scriverlo, ci eravamo sentiti un paio di mesi fa, per il suo compleanno, con un arrivederci a presto per una bicchierata. Io sempre in attesa di riaverlo su una panchina dell’Asola, lui primo tifoso della juniores che aveva creato e immancabile in tribuna a seguire suo figlio Mattia in campo con la prima squadra; Egidio ha saputo regalarmi i due più begli anni da dirigente e l’ho apprezzato prima che come allenatore, come persona: sincero, leale e capace di slanci di affetto, un affetto a volte burbero, ma sempre con il sorriso, che non riusciva a nascondere, e gli occhi, che sapevano vedere le persone dentro, e che comunicavano più di tante parole. L’avevo conosciuto di sfuggita, quando era l’allenatore della prima squadra dove gioca mio figlio, ma ne avevo già sentito parlare in precedenza: intorno a lui si era costruita un’immeritata fama di persona intrattabile, per questo mi ero incuriosito e avevo chiesto di fargli da dirigente, non appena saputo che sarebbe arrivato da noi, non senza avergli prima chiesto se avrebbe gradito un dirigente che pretendeva molto; una nuova sfida anche per lui, che non se ne sarebbe più fatta scappare nemmeno una. Non ho mai trovato in un allenatore, come con lui, la sintonia sulle cose importanti, quelle che fanno trovare settimana dopo settimana lo stimolo a continuare a lavorare meglio, e ad amare l’avventura di condurre una stagione insieme ai ragazzi, che non erano numeri e ruoli, ma teste e cuori. Gli ho voluto bene, sinceramente e allegramente, ho avuto tanta stima per la sua integrità, mi sono spesso stupito per il suo cuore grande e sono riuscito ad amare anche quel suo non aver bisogno di essere diplomatico: oggi dolore e tanti lampi di bellissimi ricordi, come il momento fissato qui sopra nella fotografia dello staff al completo della juniores. Nonostante le notizie che avevamo avuto in queste settimane, non avevamo mai neanche considerato l’eventualità che qualcosa potesse rubarcelo, non eravamo preparati e anche se continuerà ad essere con noi, nel nostro cuore, perché è stato una parte della nostra vita, ci mancherà. Stringiamo in un abbraccio Mattia e la sua famiglia; siamo stati fortunati ad averlo conosciuto».

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