IL GRANDE RAGGIRO DEI BOVINI: FRODE ED EVASIONE FISCALE

IL GRANDE RAGGIRO DEI BOVINI: FRODE ED EVASIONE FISCALE
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La Tenenza di Suzzara ha appena concluso un’articolata indagine per contrastare le frodi all’I.V.A., nel settore della compravendita di animali vivi provenienti da Paesi dell’Unione Europea.

In particolare, nel periodo marzo 2013 -novembre 2016, è stato scoperto un collaudato sistema di frode all’I.V.A., posto in essere da un unico nucleo familiare attraverso l’utilizzo di talune società di capitali operanti nel basso mantovano che si interponevano nella catena commerciale tra il fornitore comunitario ed il cliente finale nazionale, con operazioni commerciali antieconomiche cioè vendendo merce sottocosto ovvero realizzando esigui margini di ricarico rispetto al valore degli acquisti, accumulando così considerevoli debiti d’imposta mai onorati.  

Infatti, proprio l’interposizione di tali aziende ha consentito alle società clienti (reali destinatarie della merce) un duplice vantaggio costituito, da un lato, dalla possibilità di acquistare la merce ad un prezzo notevolmente inferiore rispetto a quello di libero mercato e, dall’altro, di poter creare un indebito credito I.V.A., con conseguente danno per gli operatori commerciali onesti operanti nello specifico settore.

Nel periodo oggetto d’indagine le tecniche adottate per frodare il Fisco sono state diverse e quanto mai varie: dall’omesso versamento dell’I.V.A. e dell’I.Re.S. risultanti dalle dichiarazioni annuali, al (fittizio) pareggio dei costi e ricavi nel bilancio per ridurre la materia imponibile da sottoporre a tassazione, all’annullamento del debito I.V.A. attraverso la creazione di crediti apparenti, mediante l’annotazione in contabilità - soprattutto verso la fine dell’anno - di fatture false che puntualmente (nell’anno successivo) venivano stornate.  

Inoltre i Finanzieri hanno rilevato che le società utilizzate nell’illecito sistema di frode si caratterizzavano per la breve vita (circa due/tre anni dalla costituzione), nel corso della quale sono effettuavano le operazione contestate; poi, una volte sfruttate dal sodalizio criminale, le società venivano cedute a “prestanome” irreperibili, ovvero trasferite all’estero, in modo da non permettere di rintracciare la documentazione contabile e, conseguentemente, rendere vane sia le pretese erariali sia quelle dei privati creditori.

Al termine delle indagini, sono state segnalate all’A.G. 15 persone per i reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per circa 72,4 milioni di euro di imponibile e circa 5,5 milioni di euro di I.V.A. ed ulteriore omesso versamento di I.V.A. per circa 1 milione di euro.

Le Fiamme Gialle, poi, attraverso la ricostruzione dei flussi finanziari operati sui 56 conti correnti esaminati - intestati alle varie persone fisiche e/o giuridiche coinvolte nelle indagini – hanno accertato la distrazione di circa 150mila euro di denaro frutto della frode fiscale a vantaggio di 3 dei 15 soggetti, segnalati alla locale A.G. anche per il reato di riciclaggio.

Il servizio in questione rientra nell’attività svolta dalla Guardia di Finanza a contrasto dell’evasione e delle frodi fiscali, ove si registra un significativo impegno del Corpo nella tutela della legalità anche nel comparto agroalimentare – uno dei settori principali dell’economia mantovana – in sinergia con le varie associazioni di settore, fra cui Coldiretti e Confagricoltura.
 


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