Rigettata la richiesta

Il dottor Mosca resta agli arresti domiciliari

Il gip ha confermato la custodia cautelare per il primario del Pronto soccorso dell'ospedale di Montichiari arrestato per la morte di due pazienti Covid.

Il dottor Mosca resta agli arresti domiciliari
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Il dottor Carlo Mosca, 47 anni, primario facente funzioni del Pronto soccorso dell'ospedale di Montichiari arrestato lo scorso lunedì  dai carabinieri del Nas con l’accusa di aver ucciso due pazienti Covid somministrando loro farmaci paralizzanti, resta agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il gip Angela Corvi che, al termine dell'interrogatorio di garanzia di venerdì, aveva preso tempo per valutare la revoca della custodia cautelare richiesta dai legali del medico, gli avvocati Elena Frigo e Michele Bontempi. Evidentemente per il gip l'impianto accusatorio è solido e permane di pericolo di inquinamento delle prove, nonostante il dottor Mosca continui a professarsi innocente.

Le vittime al centro dell'inchiesta

La Procura sta indagando sulla morte di Natale Bassi, 61 anni, residente a Ghedi, e di Angelo Paletti, 80 anni, residente a Isorella ma originario di Calvisano. Nel primo caso, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la vittima non versava in condizioni tali da poter morire nel giro di cinque minuti, come invece è successo dopo l'«intervento» del primario. Il decesso risale al 20 marzo, quando Bassi avrebbe avuto una crisi respiratoria e il dottor Mosca avrebbe chiesto agli operatori socio-sanitari e agli infermieri di portargli la succinilcolina e poi di lasciarlo da solo in stanza. Bassi è morto da lì a poco per «un improvviso arresto cardiocircolatorio».

Anche per quanto riguarda la seconda vittima, Angelo Paletti, l'autopsia ha rivelato che la «grave depressione respiratoria» sarebbe stata causata dagli stessi fermarci utilizzati per trattare Bassi. Farmaci che, secondo l'accusa, non sono giustificabili in assenza di intubazione.

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