Il dottor Carlo Mosca davanti al gip: "Sono innocente"
Il primario del Pronto soccorso dell'ospedale di Montichiari era stato arrestato lunedì mattina dai carabinieri del Nas con l’accusa di aver ucciso due pazienti Covid somministrando loro farmaci paralizzanti. I suoi legali hanno chiesto la revoca dei domiciliari.
“Sono innocente e sono sereno”. Sono le parole che ha pronunciato stamane il dottor Carlo Mosca prima e dopo essersi sottoposto all’interrogatorio di garanzia presso il Tribunale di Brescia davanti al gip titolare dell’inchiesta Angela Corvi e alla presenza del pubblico ministero Federica Ceschi.
Carlo Mosca, 47 anni, è il primario facente funzioni del Pronto soccorso dell'ospedale di Montichiari arrestato lunedì mattina dai carabinieri del Nas con l’accusa di aver ucciso due pazienti Covid somministrando loro farmaci paralizzanti.
Due ore di interrogatorio durante le quali il medico ha fornito la sua versione ed ha ribadito di non aver mai somministrato Succinilcolina e Propofol, come invece ipotizza la Procura. I suoi legali, gli avvocati Elena Frigo e Michele Bontempi, hanno chiesto la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari. Anche perché nell’ordinanza di arresto si faceva chiaramente riferimento al fatto che Mosca avrebbe potuto reiterare il reato, cosa non più possibile visto che l'Asst Spedali Civili ha sospeso il dottor Mosca dal servizio. Il giudice si è riservato, probabilmente per valutare un possibile rischio di inquinamento delle prove.
Le vittime al centro dell'inchiesta
La Procura sta indagando sulla morte di Natale Bassi, 61 anni, residente a Ghedi, e di Angelo Paletti, 80 anni, residente a Isorella ma originario di Calvisano. Nel primo caso, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la vittima non versava in condizioni tali da poter morire nel giro di cinque minuti, come invece è successo dopo l'«intervento» del primario. Il decesso risale al 20 marzo, quando Bassi avrebbe avuto una crisi respiratoria e il dottor Mosca avrebbe chiesto agli operatori socio-sanitari e agli infermieri di portargli la succinilcolina e poi di lasciarlo da solo in stanza. Bassi è morto da lì a poco per «un improvviso arresto cardiocircolatorio».
Anche per quanto riguarda la seconda vittima, Angelo Paletti, l'autopsia ha rivelato che la «grave depressione respiratoria» sarebbe stata causata dagli stessi fermarci utilizzati per trattare Bassi.