Chiari - storie da raccontare

Il direttore dell'Asst Franciacorta: "Situazione in continuo mutamento"

La struttura ha porte ai pazienti provenienti dalle zone del Milanese, in questo momento molto più colpite rispetto a Brescia e Bergamo.

Il direttore dell'Asst Franciacorta: "Situazione in continuo mutamento"
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di Federica Gisonna

"Non vorrei rivivere marzo". Secco e diretto. Sono le parole di Mauro Borelli, direttore generale dell'Asst Franciacorta. La struttura, al momento, occupa molti pazienti arrivati dal Milanese.

Asst Franciacorta: "Situazione in continuo mutamento"

La situazione è complicata, seppur sotto controllo. Però, è giusto ammettere che è «in continuo mutamento».
Lo ha specificato più volte il direttore generale dell’Asst Franciacorta, Mauro Borelli. L’ospedale di Chiari, ancora una volta, si ritrova a fronteggiare con le unghie e con i denti la pandemia globale e ha, soprattutto in questi giorni, dovuto aprire le sue porte ai pazienti provenienti dalle zone del Milanese, in questo momento molto più colpite rispetto a Brescia e Bergamo che a marzo sono state flagellate.

«Gli scenari mutano ad una velocità incredibile e ciò che dico oggi potrebbe non essere assolutamente valido domani - ha spiegato Borelli - Ad ora, soprattutto in quel tipo di terapia intensiva, siamo già pieni con i pazienti trasportati dal Milanese. Abbiamo una quarantina di posti Covid e stanno già per esaurirsi». Al momento, la scelta è di tenere tutti i pazienti all’ex «Mellino Mellini» e lasciare l’ospedale d’Iseo «Covidfree».

«E’ importante continuare a lavorare come abbiamo sempre fatto sempre fatto: i tumori e gli ictus ci sono ancora, così come tutte le altre malattie - ha continuato il direttore - Gli ambulatori e tutto il resto non possono assolutamente essere fermati. Io non voglio che si rinunci a niente e stiamo lavorando sodo. Il Covid non può e non deve oscurare le altre patologie. Far combaciare il tutto, però, non è semplice».

L’obiettivo è di offrire a Chiari più posti letto possibili per i malati Covid e, in casi estremi, quelli già disponibili potrebbero addirittura raddoppiare, ma giustamente, «superate alcune soglie non si potrà più mantenere separata la cosa». E la speranza è che non si arrivi mai a questo.

«Non riesco a pensare di dover rivivere quello che abbiamo passato a marzo - ha concluso Borelli - Durante quei mesi era difficile anche fermarsi a pensare, ma ora sappiamo bene cosa sono stati. E’ stato devastante, un calvario. Piango ancora se ricordo cosa è stato e dunque vorrei che non fosse mai più così».

L’ospedale, dunque, sta facendo tutto il possibile per offrire l’assistenza necessaria ai malati di Covid, ma anche per non tralasciare nessun altro servizio. Ciò che resta a tutti noi è solo utilizzare il buon senso: proteggerci e proteggere gli altri rispettando le regole.

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